L’Italia si conferma prima della classe nel lusso mondiale, con 23 aziende presenti all’interno della top 100 stilata da Deloitte. Nella ‘Deloitte Global Powers of Luxury goods 2023’ redatta dalla società di consulenza figurano Prada, Moncler e Giorgio Armani tra i più rilevanti player tricolori dell’alto di gamma, occupando rispettivamente il 18esimo, il 27esimo e il 30esimo posto in classica.
Classifica che ha raccolto un cluster di 100 aziende le quali, complessivamente, hanno generato nel corso del 2022 vendite per 347 miliardi di dollari (circa 317 miliardi di euro): 42 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Guardando al fronte della redditività, come evidenziato ancora dall’analisi, il margine di profitto è risultato pari al 13,4%, in aumento di 1,2 punti percentuali sul 2021.
A presidiare le prime due posizioni del podio, si confermano i colosso d’oltralpe Lvmh e Kering, mentre al terzo posto si piazza la svizzera Richemont, subentrata a The Estée Lauder Companies.
“Il settore del lusso mondiale – ha spiegato Ida Palombella, nuova global fashion & luxury industry co-leader di Deloitte per l’Italia e il network global, a margine del report – sta vivendo un ottimo momento, con un giro d’affari che ha raggiuto picchi di crescita da record nell’anno fiscale 2022. Al contempo questi ottimi risultati registrati nel periodo post-pandemico lasciano presagire un futuro consolidamento del mercato e un rallentamento generale della crescita nel corso del prossimo anno, a seguito di una normalizzazione dei consumi”.
Prosegue la manager, sottolineando sia il ruolo inamovibile dei giganti che tradizionalmente dominano il settore sia quello dei virtuosi, sebbene dimensionalmente più piccoli, player del Belpaese: “In questo scenario la parte del leone continuano a farla i grandi gruppi del lusso, con le francesi Lvmh e Kering in testa, ma anche le aziende italiane, che per i consumatori rimangono un sinonimo di eccellenza e di creatività uniche al mondo”.
Tornando alla classifica, le vendite di tutte le società sono aumentate nel 2022 e 21 delle aziende abbracciate dal ranking Deloitte hanno registrato una crescita double digit. Su una base composita, il tasso di crescita delle italiane in classifica è stato del 19,4%, valore di poco inferiore alla media dell’intera top 100. Quasi tutte le società sono state redditizie, con margini di profitto a due cifre registrati da Prada e Moncler ma anche Max Mara, EuroItalia, Liu Jo, De Rigo e Morellato.
Golden Goose, Morellato, Moncler, Euroitalia e Brunello Cucinelli rientrano tra le aziende a crescita più rapida, rispettivamente al quinto, undicesimo, dodicesimo, quattordicesimo e diciassettesimo posto, grazie ai Cagr (tasso di crescita annuale composto, ndr) a doppia cifra per il periodo 2019-2022 (rispettivamente 24,1%, 17,3%, 16,9%, 15,3%, e 14,8 per cento). Nota di merito per Golden Goose, in particolare, che sul fronte Cagr supera anche la francese Lvmh.
La top tre italiana, composta da Prada, Moncler e Armani, rappresenta in forma aggregata il 35% delle vendite di beni di lusso realizzate nel full year 2022 delle aziende made in Italy presenti nel ranking, sottolinea Deloitte.
“Le imprese del made in Italy – aggiunge Giovanni Faccioli, leader global fashion & luxury in uscita – si confermano un’eccellenza mondiale del lusso. Il quadro, rispetto all’anno scorso, è stabile: le aziende italiane nella top 100 sono 23 e le migliori performance sono quelle di Prada, Moncler e Armani. Invariata, ma non meno pressante, anche la necessità di reinventarsi: innovazione dei processi, circolarità delle filiere, compliance rispetto alle nuove normative Esg e capacità di stare al passo delle grandi trasformazioni tecnologiche in atto saranno cruciali nei prossimi anni”.
Per quanto riguarda la Francia, essa continua a rappresentare il Paese che con solo sette aziende in classifica, di cui quattro in top 10, “consegue complessivamente le performance più solide”, spiega la società. Nel 2022, le vendite delle aziende francesi in classifica rappresentano il 32,3% delle vendite totali della top 100. La dimensione media delle aziende francesi è di 16 miliardi di dollari, più di quattro volte la media delle top 100.