Roy Roger’s sceglie Minconf per la collezione bambino. Lo storico marchio italiano di Seven Bell noto per l’abbigliamento denim si è affidato all’azienda aretina specializzata nel childrenswear. A partire dalla stagione autunno/inverno 2024 Miniconf produrrà e distribuirà la collezione kidswear Roy Roger’s che debutterà in anteprima durante la prossima edizione di Pitti Bimbo (17-19 gennaio). La linea comprenderò circa cento capi per bambino e bambina di età compresa tra 3 e 16 anni, di cui il 60% dedicati ai look boy. Il cuore pulsante di questa collezione sarà naturalmente il denim e tutto ciò che evoca il mondo Roy Roger’s, declinato in quattro temi: Essentials, Roy’s Mountain, Be Biker e Japan Vibes.
“Dopo Superga e Ducati eravamo alla ricercata di nuovi marchi per il nostro portafoglio licenze e Roy Roger’s si allinea perfettamente ai nostri valori, sia in termini di valorizzazione del territorio, essendo toscano come noi, che di qualità”, dichiara a Pambianconews Marco Perin, direttore generale business di Miniconf.
“Siamo molto contenti di intraprendere questo nuovo percorso di collaborazione con Miniconf, azienda specializzata nel kidswear, che riteniamo abbia gli stessi valori di serietà e professionalità che ci contraddistinguono da oltre 70 anni – afferma in una nota Niccolò Biondi, CEO di Roy Roger’s -. Sicuramente questa licenza, la prima per noi, significherà una maggior presenza in tutti i negozi bimbo, andando a sviluppare prodotti specifici per questo segmento di mercato, al pari di quello uomo e donna già presieduto con stile, innovazione e qualità dalla nostra azienda dal 1952”.
Miniconf, che include gli house brand Ido e Sarabanda, ha chiuso il 2022 con un fatturato di 70 milioni, in crescita del 20% rispetto al 2021 e del 9% rispetto al pre-Covid. Il 2023 sarà in linea con l’esercizio precedente: “Stiamo lavorando per migliorare, non è facile fare previsioni dal punto di vista strutturale vista l’incerta situazione geopolitica, economica e sociale, sappiamo quale direzione intraprendere ma non ci sbilanciamo”, prosegue il manager. L’85% del turnover deriva dal mercato interno cui si affiancano quello spagnolo, inglese e russo, c’è l’obbiettivo di guadagnare terreno in Europa a partire dai Paesi confinanti, fino a Balcani e nazioni dell’est.
“Ido copre quasi il 50% del fatturato avvalendosi di un sistema multicanale, distribuito non solo attraverso il canale wholesale ma anche quello retail contando 43 punti vendita monbrand in Italia. Sarabanda rappresenta il 36% del fatturato e ha un posizionamento più premium, come conferma il prezzo leggermente superiore, con distribuzione di medio livello nel canale multimarca”, specifica Perin.
Infine l’e-commerce: “in maturazione, un po’ in ritardo rispetto al resto del mercato, volutamente. Il canale sta crescendo a doppia cifra e rappresenta il 2-3% del fatturato ma non puntiamo ad avere un peso specifico, per non fare concorrenza ai nostri clienti wholesale. Inoltre, in una fase storica come questa, il consumatore torna nello store fisico per rivivere l’esperienza dello shopping e pensiamo sia coerente mantenere l’e-commerce a supporto della distribuzione”.