Il 22 e 23 novembre scorsi 2.322 visitatori si sono dati appuntamento a Denim Première Vision presso il Superstudio Più di Milano. Il dato di affluenza segna un +15% rispetto a novembre 2022. Gli organizzatori hanno inquadrato “un’edizione dinamica, ricca di incontri, business e innovazioni” per supportare i brand della moda e del jeanswear nella realizzazione delle loro collezioni denim P/E 2025. Oltre all’offerta completa di sourcing, i visitatori e i buyer hanno avuto l’opportunità di scoprire 15 marchi di denim presenti presso lo spazio Denim Fashion District, un programma di conferenze e talk, seminari moda per esplorare le tendenze della stagione, installazioni e workshop. “Le aspettative erano ambiziose, alimentate dagli ottimi livelli di pre-registrazione – ha raccontato a Pambianconews Fabio Adami Dalla Val, Denim Première Vision show manager -. Nel post-Covid è più raro che le registrazioni ad una fiera non si convertano in presenze. Abbiamo visto una forte presenza internazionale. Questa nuova edizione del salone è stata notevole, animata da un pubblico altamente qualificato. La qualità dei prodotti presentati dagli espositori raggiunge un livello molto alto, e questo vale per tutti, indipendentemente dalla loro provenienza. Da qualche anno il denim occupa un posto di rilievo nel mondo del lusso e questa tendenza è confermata”.
La fiera ha raggruppato una settantina di espositori internazionali. Quanto alle tipologie di aziende, il 69% degli espositori sono filatori e tessitori di denim, il 20% produttori e rifinitori, il 7% player dei servizi e delle tecnologie e il 4% produttori di accessori e componenti. “L’Italia – ha aggiunto Adami Dalla Val – non ha mai avuto un ruolo importante come in questa edizione: abbiamo 23 aziende italiane, di cui molti tessutai. La qualità è ormai un pre-requisito: nessuna azienda può pensare di avere un successo in un segmento così competitivo senza focalizzarsi sulla qualità, sulla sostenibilità, sul servizio al cliente e la rapidità di risposta. Quello che le aziende italiane in più possono dare è l’innovazione di prodotto, ma anche la sua interpretazione a livello creativo. Sulla cifra stilistica si può ancora ricavare un vantaggio competitivo”.
L’industria del denim vive una fase di transizione, riflesso esemplare delle aspirazioni globali dell’industria tessile verso una produzione eco-responsabile e all’avanguardia. La fiera ha puntato i riflettori su iniziative degli operatori del settore come il miglioramento del riciclaggio (utilizzo di materiali riciclati come ‘circulose’ e ‘refibra’), l’utilizzo di pigmenti naturali (come la tintura ‘BioBlack’, ottenuta da scarti di legno certificati FSC) e l’agricoltura rigenerativa (che mira a ripristinare e rafforzare gli ecosistemi naturali, ristabilire la biodiversità e preservare la qualità dei terreni).
“Dopo il boom del 2022 e il rallentamento o del 2023 – ha concluso lo show manager di Denim Première Vision-, ci auguriamo che il 2024 torni ad essere all’insegna di una crescita sana, non dettata dall’euforia, con aziende che devono capire che il mercato è molto cambiato e quindi serve un aggiornamento dei modelli produttivi. Il denim, storicamente, anticipa i cicli della moda: vediamo già un’attenzione alla crescita equilibrata, che speriamo sarà diffusa”.
Denim Première Vision tornerà al Superstudio Più il 5 e 6 giugno 2024 dove verranno presentate le tendenze A/I 2025-26, poi il 4 e 5 dicembre 2024 le tendenze Denim P/E 2026.