Tory Burch sarebbe al lavoro con Morgan Stanley per esplorare nuove opzioni strategiche. A riportarlo è Wwd, secondo cui il brand americano non esclude prospettive di quotazione. “In quanto azienda privata e indipendente, non commentiamo la nostra strategia – ha dichiarato un portavoce dell’azienda a Wwd -. Siamo concentrati sulla crescita del nostro marchio a livello globale, dando priorità alla creatività, all’innovazione e all’eccellenza operativa”. Nessun commento, precisa la testata Usa, anche da parte di Morgan Stanley.
Tory Burch ha fondato la sua griffe nel 2004. Tresalia, fondo di venture capital con sede a Città del Messico, ha acquistato una quota del 20-25% nel 2009, portando la società a una valutazione di circa un miliardo di dollari (quasi 940 milioni di euro). Successivamente, nel 2012, General Atlantic e BDT Capital Partners hanno acquistato delle quote di minoranza ciascuna, raccogliendo azioni cedute dall’ex marito della designer, Chris Burch, per una valutazione di 2,25 miliardi di dollari. Nel 2018 Tresalia ha poi assunto Goldman Sachs per vendere le sue quote, solo per far sì che la società Tory Burch rilevasse la partecipazione, concentrando la proprietà tra il designer, General Atlantic, BDT e altri piccoli investitori. Ad oggi la stilista è l’anima creativa del brand, mentre l’attuale marito, Pierre-Yves Roussel, è amministratore delegato dal 2019.
“Qualsiasi nuovo investitore o acquirente dovrà essere in sincronia con Tory Burch – conclude Wwd -. In alternativa, se Tory Burch dovesse perseguire una Ipo, il marchio di moda avrebbe compagnia”. Dopo l’approdo a Wall Street di Birkenstock, gli occhi sono infatti puntati sulle potenziali quotazioni di Shein e di Skims, il brand di Kim Kardashian.