Sono stati nove mesi da quasi 2 miliardi di euro quelli del gruppo Moncler. Un risultato, arrivato a contare 1,8 miliardi, che segna una crescita del 16% a valuta corrente (+17% a cambi costanti), contro gli 1,55 miliardi registrati nel medesimo periodo dell’anno precedente. Nel terzo trimestre, i ricavi del player del lusso hanno raggiunto quota 669,7 milioni di euro, in aumento del 7% a cambi costanti rispetto allo stesso periodo del 2022.
Per quanto riguarda i singoli marchi, il brand ammiraglio ha registrato entrate da 1,49 miliardi di euro nei nove mesi, in crescita del 19% a cambi correnti, mentre Stone Island ha generato ricavi per 310,1 milioni, in crescita del 2 per cento. Guardando al terzo trimestre, Moncler ha visto ammontare il proprio fatturato a 561,2 milioni di euro (+9%), mentre Stone Island si è attestato a 108,5 milioni, allineato al risultato conseguito nel 2022.
Riguardo agli ultimi tre mesi, il presidente e amministratore delegato Remo Ruffini ha commentato: “Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti durante il terzo trimestre dell’anno, nel quale sia Moncler sia Stone Island hanno registrato una robusta crescita a doppia cifra nel principale canale, quello diretto, nonostante il contesto continuamente volatile in cui ci troviamo ad operare. Questo risultato testimonia la forza di entrambi i nostri marchi e riflette il profondo legame che abbiamo costruito con i nostri clienti e con le nostre community in tutto il mondo”. Aggiungendo: “Mentre entriamo nella parte più importante dell’anno, rimaniamo vigili in uno scenario macroeconomico incerto, ma allo stesso tempo fiduciosi nella solidità dei nostri marchi e della nostra chiara visione strategica”.
Entrambe le label, sottolinea la nota che accompagna i risultati, sono state trainate nell’ultimo trimestre dal canale direct-to-consumer. In flessione, invece, il versante wholesale, nei tre mesi calato del 9% per Moncler e del 6% (entrambi a valuta costante) per Stone Island.
Per quanto riguarda, invece, la composizione geografica della performance finanziaria, in rallentamento gli States, che nei nove mesi calano del 4% e del 18% (a cambi costanti) rispettivamente per Moncler e Stone Island. In crescita l’area Emea (+19% per il marchio ammiraglio e +3% per Stone Island) ma soprattutto l’Asia-Pacifico. Per Moncler la regione ha segnato una crescita del 32% nei nove mesi, evidenziando però una “normalizzazione nel terzo trimestre (+22%) a causa di una base di confronto più sfidante in Cina continentale”, in rapporto con il medesimo quarter 2022 segnato dalla fine delle restrizioni anti-Covid. Stone Island ha registrato una crescita del 14% nell’area.
È stata proprio l’Asia, dunque, a dare slancio agli ultimi tre mesi del gruppo, soddisfacendo così, riporta Reuters, le aspettative degli analisti e compensando il rallentamento americano. Tuttavia, prosegue l’agenzia di stampa Uk, le vendite sono rallentate nella seconda metà di settembre e il “business più debole” ha proseguito anche nella prima metà di ottobre, ha spiegato Luciano Santel, chief corporate and supply officer, nella conferenza con gli analisti, sottolineando che il trend discendente sia riconducibile principalmente al confronto poco lusinghiero con le condizioni del mercato nel periodo analogo dello scorso anno.
Il rallentamento sarebbe stato particolarmente evidente nel business online a partire dalla fine del quarter, ha aggiunto l’executive, spiegando che il clima mite non ha aiutato Moncler, così come molti competitor del settore, nei mesi di settembre e ottobre.
Il titolo, per tutta risposta, questa mattina segna un calo di oltre sei punti percentuali a Piazza Affari. Un tonfo che Luca Solca, senior analyst di Bernstein, a margine del Venice Sustainable Forum, ha spiegato con la “preoccupazione per il 2024 e l’incertezza su cosa riserverà, tra le tensioni geopolitiche in corso e l’aumento del prezzo del petrolio che lascia presagire il rischio di recessione per il prossimo anno”. Aggiungendo però che la ripartenza della Cina fa pensare a ulteriore e “piuttosto violento” rimbalzo.