Reda corre verso i 117* milioni di ricavi nel fiscal year 2023 e punta al potenziamento della marginalità. A raccontarlo a Pambianconews, in occasione di una visita presso l’headquarter del lanificio biellese fondato nel1865, è il CEO, nonché presidente di Confindustria Moda, Ercole Botto Poala, che si dice soddisfatto dell’anno, così complesso, ormai alle battute finali ma cauto sul 2024 alle porte.
“Siamo prudenti sull’anno a venire, come tutte le aziende del settore”, spiega Botto Poala, menzionando gli impatti ancora preoccupanti dell’inflazione sui costi energetici e delle materie prime. E poi il conflitto tra Hamas e Israele, oltre al perdurare della guerra Russia-Ucraina, dalle cui ripercussioni l’imprenditoria italiana non è immune.
Dopo un 2022 che si era chiuso a quota 115 milioni di euro, il 2023 è consacrato, come già anticipato nella cornice di Milano Unica 37, alla partita degli utili e ai progetti in cantiere. Al centro, la scommessa di Tailoor, piattaforma digital commerce white label che consente di vendere online capi d’abbigliamento su misura oltre a rendere più sofisticata, grazie a un configuratore in 3D, l’esperienza d’acquisto in store.
Lanciato lo scorso anno, il progetto, ricorda l’imprenditore, prosegue nel tentativo di porsi come uno strumento di digitalizzazione all’interno dell’azienda e più in generale del comparto tessile, “grazie a open innovation e ricerca costante”.
Al centro dell’agenda di Reda anche l’espansione di Lanieri, l’e-commerce specializzato nella vendita di capi tailor made acquisito dal lanificio alla fine del 2020. Digitale ma con una rete fisica, per Lanieri Reda ha in programma “prossimamente” l’apertura di un atelier a Madrid, dopo gli opening francesi a Lione e Parigi. La scelta dei nuovi mercati da presidiare, ha spiegato l’amministratore delegato, viene fatta monitorando l’andamento delle performance di vendita online e con la strategia dei trunk show nei Paesi non ancora presidiati. Nel mirino al momento ci sono soprattutto gli States, che da soli pesano il 10% delle vendite complessive e rappresentano quindi “un mercato di crescente interesse per eventuali investimenti futuri”.
Riguardo al fronte M&A, all’orizzonte non ci sono novità per l’azienda piemontese ma il player tessile resta vigile su potenziali opportunità, “soprattutto nell’ambito di una diversificazione dell’offerta”, guardando al mondo della donna per esempio o ampliando la gamma prodotti.
Sullo sfondo, uno stabilimento produttivo che si estende per circa 20mila metri quadrati di superficie e che lavora con oltre due milioni di tonnellate di materie prime l’anno. Il risultato sono 1,8 milioni di kg, traducibili in circa 6-7 milioni di metri di tessuto. Nell’ambito di un processo che punta alla sostenibilità, ha raccontato il sustainability manager Luca Bruschi, gli scarti della materia prima laniera vengono dirottati verso altri settori, dall’automotive a quello farmaceutico (nella fase della ‘pettinatura’, che trova sede a Romagnano Sesia), diventando anche un introito degno di nota nel bilancio annuale dell’azienda.
Per quanto riguarda le tempistiche di produzione, oscillano tra i 60 e i 90 giorni in base alla complessità dei tessuti impiegati. Se Reda è da sempre specializzata nella produzione e lavorazione di tessuti destinati al formale maschile, da ormai un decennio ha dato spazio anche alla proposta ‘Active’, dai tessuti più moderni e tecnici che trovano applicazione nell’outerwear, nella camiceria o nelle calzature.
Centrale poi nell’ecosistema Reda il reparto Ricerca e Sviluppo che, tra competenze tecnologiche e chimiche, lavora al potenziamento dei materiali esistenti o allo sviluppo di nuovi.
* Notizia modificata il 13 ottobre alle 12:45