In un solo anno, le principali 100 aziende fashion europee hanno incrementato i propri presidi di sostenibilità del 17% negli ambiti Esg, a conferma di un settore in dinamico cambiamento e dell’importanza ormai strategica della sostenibilità nel business della moda. Tuttavia, delle 100 aziende analizzate, la prima classificata soddisfa solo il 70% dei requisiti di maturità dei presidi Esg, il che significa che il percorso verso la sostenibilità è, anche per i migliori, in salita. Si tratta della seconda edizione dell’analisi “Just Fashion Transition 2023”, l’Osservatorio permanente sulla transizione sostenibile delle filiere chiave della moda, abbigliamento, calzature e pelletteria di The European House of Ambrosetti anticipato ieri in occasione della presentazione della nuova edizione di Venice Sustainable Fashion Forum, il summit dedicato alla transizione sostenibile della filiera della moda, promosso da Sistema Moda Italia, The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est – Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso. L’evento si terrà a Venezia, alla Fondazione Giorgio Cini, il 26 e il 27 ottobre prossimi. Lo studio strategico, che verrà presentato in apertura del summit, ha analizzato oltre 2.700 aziende italiane ed europee, valutato le performance Esg di 366 aziende della filiera.
Il secondo appuntamento del forum porrà l’attenzione sulla trasformazione della supply chain. ‘Boosting Transition’ è il titolo scelto per l’edizione 2023 del Forum: l’obiettivo è sottolineare l’urgenza di interventi efficaci e coordinati che consentano di ottenere risultati concreti nella riduzione dell’impatto ambientale e sociale dell’industria del fashion. La due giorni avrà come obiettivo quello di sensibilizzare il tema di fronte alle istituzioni e alla finanza, per consentire ai protagonisti del settore, non solo di raggiungere gli ambiziosi obiettivi stabiliti dall’Unione Europea, ma anche di aderire a un nuovo concetto di competitività che vada oltre il fattore prezzo. “Il sistema italiano è chiamato a fare una riflessione importante – ha sottolineato Sergio Tamborini, presidente di Sistema moda Italia – perché se per il lusso si parla sempre di più di un sistema di second hand e riparazione, per il fast fashion la parola chiave diventa il riciclo e in quest’ambito saranno fondamentali le regole dell’Unione europea, sia nel protocollo dell’agenda tessile, sia nell’ambito Ecodesign che in quello su Epr, la responsabilità estesa del produttore”.
Proprio in merito a quest’ultimo argomento, la normativa Epr il presidente di Smi sottolinea come: “in Italia siamo partiti per primi (anticipando l’attuazione della normativa di tre anni, ndr.), ma di fatto arriviamo per ultimi in Europa perché non c’è stato il sostegno del Governo. Ci siamo fermati perché c’è stato un forte contrasto all’iniziativa da parte dei comuni nell’ambito della raccolta dei rifiuti. In poche parole, ha vinto il concetto per cui bruciare era meglio di riciclare. Ma, insisto a dire, non bisogna continuare a guardare dallo specchietto retrovisore”.
Al momento, infatti, sembra che il sistema italiano di responsabilità estesa del produttore (Epr) nel settore tessile rimarrà in stand by dopo che lo scorso 5 luglio la Commissione europea ha pubblicato i suoi piani per la revisione della direttiva quadro sui rifiuti, che comprende i tessili e il food.
Il presidente di Sistema Moda Italia, Sergio Tamborini ha rimarcato anche i dati del settore moda, ricordando come l’industria della moda, “nei primi sei mesi del 2023 ha registrato un fatturato di circa 58 miliardi di euro, con una proiezione di crescita del 7,3% per il primo semestre e una previsione a fine 2023 di circa 112 miliardi di fatturato”.
Alla due giorni veneziana parteciperanno esponenti istituzionali come il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevicius, il vicepresidente nazionale di Confindustria Gianni Brugnoli, il presidente di Smi Sergio Tamborini e il presidente di Confindustria Veneto est Leopoldo Destro e numerosi imprenditori del settore moda.