La componente variabile della remunerazione degli amministratori delle quotate sarà sempre più legata alla sostenibilità. Una questione di competitività e di attrattività oltre che di responsabilità verso gli azionisti.
Pur in assenza di standard consolidati e internazionali, le imprese pongono sempre maggiore attenzione all’utilizzo di parametri di performance legati al raggiungimento di obiettivi strategici di tipo ambientale e sociale, soprattutto nelle società di grandi e medie dimensioni e tendono a legare la remunerazione delle figure apicali, in particolare per la componente variabile, al raggiungimento di specifici obiettivi Esg. Si tratta di obiettivi di performance non finanziaria adottati più nelle società di grandi dimensioni rispetto a quelle medie o piccole, ma che tuttavia saranno dirimenti anche in relazione alla capacità di attrarre l’interesse di azionisti e stakeholder. Nei bilanci delle società della moda, che più velocemente rispetto a quelle di altri comparti hanno imboccato la strada della sostenibilità, si fa esplicito riferimento all’impegno del management nel perseguimento di obiettivi di sostenibilità. Moncler, la sola della moda quotata sul Ftse Mib, il segmento che raccoglie le società a maggiore capitalizzazione, ha raggiunto nel 2022 per il quarto anno consecutivo il proprio posizionamento negli indici Dow Jones Sustainability World e Europe ottenendo nello S&P Global Corporate Sustainability Assessment 2022 il punteggio più alto (91/100) del settore, come ricorda nella lettera agli azionisti Diva Moriani presidente del comitato Nomine e Remunerazione. Anche in Salvatore Ferragamo, “sia il sistema di incentivazione variabile di breve periodo sia quello di lungo periodo prevedono un focus sugli obiettivi ESG, attraverso l’introduzione di indicatori oggettivamente misurabili, relativi alla sfera Climate e Diversity Equity & Inclusion, e pienamente coerenti rispetto alla strategia aziendale e al piano di sostenibilità”, ricorda agli azionisti Anna Zanardi Cappon, presidente del comitato Remunerazioni e Nomine. “Questo elemento di novità della politica 2023 rappresenta un’ulteriore conferma dell’attenzione concreta e autentica che da sempre il Gruppo dedica ai temi di sostenibilità”. Dal canto suo, Brunello Cucinelli ha sottolineato come sia “da sempre riservata grande attenzione alle condizioni di lavoro dei dipendenti del Gruppo, con particolare riguardo tanto ai luoghi nei quali gli stessi prestano la propria attività, affinché possano risultare curati e accoglienti, anche in relazione alle diverse abilità fisiche e psichiche presenti, quanto all’aspetto retributivo”, chiarisce la dichiarazione non finanziaria relativa all’esercizio 2022. “Proprio al fine di retribuire in maniera adeguata i propri dipendenti, il Gruppo adotta delle politiche che si fondano sulla valorizzazione della meritocrazia e sul riconoscimento di un’equa retribuzione, in base alla definizione di ruoli, responsabilità e deleghe. Inoltre, la promozione del principio della diversità e, in particolare, dei valori di equità e inclusione a quest’ultima correlati, rivestono un ruolo centrale nell’organizzazione aziendale”.
Ma quanto vengono remunerati i CEO e i manager delle società quotate della moda, tenendo conto anche della componente variabile? In generale, secondo il recente ‘Report on Corporate Governance in Italy: the implementation of the Italian Corporate Governance Code’ redatto da Assonime, nel 2022, la retribuzione media totale dei ‘CEO puri’ in società quotate in Borsa è di circa 1.500.000 euro, ma varia notevolmente in base alle dimensioni dell’azienda. Tra le società del Ftse Mib è di circa 3,6 milioni di euro, nelle Mid Cap è di 2,1 milioni e nelle Small Cap è di 664mila euro. La composizione della retribuzione totale mostra che circa il 43% è rappresentato dalla retribuzione fissa, il 29% da bonus e partecipazione agli utili, il 25% dal valore equo delle azioni e il 3% da fringe benefit e altre componenti simili. Le grandi aziende hanno una maggiore proporzione di componenti variabili nella retribuzione totale (64% nei Ftse Mib), mentre nelle Mid Cap e Small Cap questa percentuale è inferiore (57% e 34% rispettivamente). L’assetto proprietario dell’azienda influenza la retribuzione dei “CEO puri”. In particolare, gli amministratori delegati proprietari ricevono più retribuzione fissa e meno retribuzione basata su azioni rispetto agli amministratori delegati non proprietari. Nel dettaglio, abbiamo preso in considerazione dieci società quotate a Piazza Affari nei vari segmenti e verificato sulla base dei bilanci depositati e delle politiche singolarmente adottate la remunerazione dei CEO e delle figure apicali. Si tratta di Moncler, Salvatore Ferragamo, Brunello Cucinelli, Tod’s, Aeffe, Basicnet, Ovs, Piquadro, Geox e Safilo.
Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler, nel 2022 ha percepito complessivamente 2.775.246 euro, di cui 1.535.165 di componente fissa (1.520.000 percepiti da Moncler, 10.000 da Industries e 5.165 da Stone Island). La remunerazione variabile annuale MBO 2022 ammonta a 1.227.780 euro. La fair value dei compensi equity 2022 è di 4.676.390.
In Salvatore Ferragamo, se per Leonardo Ferragamo è stato previsto un compenso fisso di 400mila lordi per l’incarico di presidente del Consiglio di Amministrazione, Marco Gobbetti, dal 1 gennaio 2022, CEO del gruppo dopo avere lasciato Burberry, ha ricevuto un compenso fisso annuo di 120mila lordi per il ruolo di amministratore delegato; una retribuzione fissa annua lorda di 2.180.000 per lo svolgimento delle mansioni quale direttore generale; un welcome bonus (anche connesso all’impegno del manager a mantenere il rapporto di lavoro con l’azienda per un periodo di tempo determinato) di 4.437.500 lordi; un bonus MBO (garantito per il primo anno di assunzione e, dunque, per l’esercizio 2022) di 3 milioni lordi; benefit monetari per un valore pari ad 27.801 lordi; benefit non monetari per un controvalore pari a 72.601 lordi, per un totale di 11.912.929 euro. Gobbetti partecipa, inoltre, anche al piano ‘Restricted Shares’, nel cui ambito al medesimo sono state attribuite 114.766 azioni della società, e al piano ‘Special Award 2022-2026’, il cui periodo di vesting è tutt’ora in corso. Più articolato l’organo di comando di Brunello Cucinelli. Il presidente del Consiglio di Amministrazione ha ricevuto una remunerazione di 802.400 euro, invariata rispetto all’anno precedente.Riccardo Stefanelli, amministratore delegato del gruppo ha percepito 943mila euro, di cui 643mila fisso e 300mila in bonus oltre a 899.000 euro quale fair value di strumenti finanziari di competenza dell’esercizio. All’altro AD, Luca Lisandroni sono andati 967.600 di cui 654mila fisso e 300mila in bonus, 13.600 non monetari, oltre a 899.000 euro quale fair value di strumenti finanziari di competenza dell’esercizio.
In Aeffe, Massimo Ferretti, presidente con deleghe operative, ha percepito un emolumento annuo lordo per la carica pari a 1.263.000 euro lordi. Inoltre, sono stati previsti compensi quale amministratore nelle società controllate per un totale di 299mila che hanno portato il totale a 1.568.104 euro (detiene 63mila azioni). Alberta Ferretti, vice presidente di Aeffe con deleghe operative, percepisce un emolumento annuo lordo per la carica pari a 1.450.000 euro di cui 450mila come amministratore di Aeffe e un milione per il contratto di consulenza stilistica. Inoltre, percepisce compensi quale amministratore nelle società controllate pari a 110mila, per un totale di 1.567.599 euro (detiene 40mila azioni). Simone Badioli, amministratore delegato, ha percepito un emolumento per la carica pari a 250mila euro lordi annui; al manager vanno anche compensi quale amministratore nelle società controllate per un totale di 185mila, per un totale di 440.198 euro l’anno (detiene 282.942 azioni).
In Basicnet, a Marco Boglione, presidente, vanno 1.153.333 euro quale compenso fisso, 137.775 non monetario oltre a 500mila di ‘altro’ per un totale di 1.791.108 (possiede 20.517.733 azioni). Lorenzo Boglione, vice presidente e amministratore delegato ha un fisso di 466.763 euro oltre a 250mila in bonus e incentivi per un totale di 716.763 euro (possiede 21.580 azioni). Alessandro Boglione, vice presidente e amministratore delegato guadagna come fisso 466.763 euro, oltre a 250mila di bonus e incentivi per un totale di 716.763 euro (possiede 14.604 azioni). All’amministratore delegato Federico Torno, sono andati compensi per 489.830 euro.
Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato del Gruppo Tod’s, è stato remunerato per l’incarico con 1.839.500 di compensi fissi, 10.050 euro quale compenso per partecipazione a comitati, oltre a 180mila in bonus e incentivi per un totale di 2.029.550 (detiene 23.311.196 azioni). Andrea Della Valle, vicepresidente e amministratore delegato, si ‘porta a casa’ 1.239.150 euro di compensi fissi, 10.050 per la partecipazione a comitati, oltre a 120mila per bonus e incentivi per un totale di 1.369.200 (detiene 268.716 azioni). In Safilo, l’amministratore delegato Angelo Trocchia è stato retribuito con un fisso di 720mila, bonus per 1.984,167, oltre a 17.836 euro non monetari e 83.600 altri compensi per un totale di 2.805.602. In Geox, al presidente Mario Moretti Polegato sono stati attribuiti 1,8 milioni di euro di compensi fissi; al vice Presidente Enrico Moretti Polegato 150mila euro e all’amministratore delegato Livio Libralesso, 903.651,19 euro di compenso fisso, 480.165 euro in bonus e 9.421 non monetari per un totale di 1.393,238 euro. Stefano Beraldo, amministratore delegato e direttore generale di Ovs, ha ricevuto un compenso fisso di 1.266.666 euro, oltre a 3.873.000 in bonus e incentivi e 63.294 benefici non monetari e 533.333 alla voce ‘altri compensi’ per un totale di 5.737.293. Di 562.175 euro il fair value dei compensi in equity. Infine, a Marco Palmieri, presidente e amministratore delegato di Piquadro, 652mila euro di compensi fissi, oltre a 200mila in bonus, 7mila in benefici non monetari per un totale di 707mila euro.