Si invertono i ruoli nell’arena della battaglia del low cost. Shein, che a sua volta in passato è stato oggetto di numerose cause legali per aver copiato modelli, ha intentato una causa presso l’Alta Corte di Londra accusando il suo rivale ultra low cost Temu di aver rubato migliaia di immagini dal suo sito web e di violazione del copyright.
Secondo quando riportato dal Telegraph, Shein ha affermato di aver “identificato migliaia di casi” in cui i venditori di Temu avrebbero sfruttato immagini provenienti dalla piattaforma di Shein per commercializzare e vendere i propri prodotti. Temu è stato accusato di “concorrenza sleale” dall’e-tailer cinese e richiede almeno centomila sterline di risarcimento danni e la rimozione di tutti i post in violazione.
La causa di quest’estate rappresenta l’ennesimo tassello nella guerra tra i due player della vendita online di prodotti a prezzi ‘stracciati’. Già lo scorso dicembre in un tribunale federale degli Stati Uniti, Shein ha accusato Temu di aver incaricato molteplici influencer, alcuni passati proprio dallo sponsorizzare il primo al promuovere il secondo player, di fare dichiarazioni false e ingannevoli nei suoi confronti. Commenti e dichiarazioni che sarebbero inoltre stati affiancati dalla creazione di account social fittizi e link per indurre i clienti a scaricare l’app di Temu e per far credere al potenziale cliente che i due player potessero essere affiliati. A luglio Temu ha citato in giudizio Shein negli Stati Uniti per abuso di posizione dominante, aggiungendo poi che Shein cercherebbe di costringere i suoi fornitori a non lavorare con la concorrenza.
La neo piattaforma di ultra fast fashion Temu è stata lanciata un anno fa da PDD Holdings, società madre dell’e-commerce cinese Pinduoduo, ed offre una vasta gamma di articoli, da scarpe a gioielli, vestiti, prodotti beauty e per la casa. Secondo la società di dati YipitData, e sempre secondo quanto si legge su Reuters, il Gmv (valore lordo delle merci) di Temu è cresciuto dai tre milioni di dollari (circa 2 milioni e 800mila euro al cambio attuale) dello scorso settembre ai 192 milioni di dollari (circa 180 milioni di euro) di questo gennaio