I timori di un rallentamento del mercato secondario degli orologi di lusso erano già evidenti a fine 2022 e hanno trovato una conferma nei risultati del primo semestre di quest’anno. Per gli analisti di Morgan Stanley e Watch Charts i prezzi del secondo polso di Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet continueranno a scendere in quanto i livelli complessivi delle scorte rimangono elevati. L’Indice generale del mercato di WatchCharts, che tiene traccia dei 60 orologi più scambiati per valore dei 10 marchi più importanti, è sceso di circa il 5% nella prima metà del 2023, percentuale che sale al 17% circa negli ultimi dodici mesi.
Questa tendenza è confermata dall’analisi Hammertrack di The Mercury Project effettuata sui risultati del primo semestre delle aste globali di orologi ospitate da Antiquorum, Bonhams, Christie’s, Phillips (in associazione con Bacs & Russo), Poly Auction e Sotheby’s che hanno registrato vendite in calo del 18% a 312 milioni di franchi svizzeri (circa 327 milioni di euro) rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
Sebbene questi numeri siano ancora superiori ai livelli del 2021, il report sottolinea che nelle aste primaverili il ridimensionamento dei volumi è stato del 23% rispetto all’anno scorso: “il trimestre ha generato solo 266,7 milioni di franchi svizzeri molto al di sotto dei 346,8 milioni raggiunti negli appuntamenti dell’anno scorso”, nonostante l’eccezionale provenienza e rarità di alcuni lotti.
Gli esperti non mettono in dubbio la forza intrinseca del mercato degli orologi di lusso ma è opinione comune che sia necessario un ridimensionamento dei prezzi, più in linea con i valori di due anni fa.
Replicare poi la performance registrata nella prima metà dello scorso anno sarebbe stato difficile prima di tutto per il minor numero di eventi eccezionali, con vendite superiori ai 10 milioni di franchi svizzeri (15 nel 2022 contro i 10 del semestre in analisi), a causa della difficoltà a reperire lotti straordinari, e per il significativo calo del numero di lotti venduti per evento: 65 nel primo semestre 2023, rispetto ai 107 e 123 rispettivamente del 2022 e del 2021.
Una nota positiva del semestre va ricercata nel fatto che nonostante una riduzione del 10% del numero di lotti venduti (6.201 lotti rispetto ai 6.870 del 2022) il mercato sta mostrando una buona maturità nella sua premiumization con un prezzo medio dei lotti venduti rimasto su livelli alti intorno ai 50.000 franchi, simile a quello del 2022 e molto più alto rispetto agli anni precedenti (32.000 franchi nel 2019, ad esempio).
I lotti milionari
Tra le ragioni che hanno portato a questi risultati d’asta, secondo il report Hammertrack, è la continua minor incidenza dei lotti a sei cifre. Un tempo considerato il core business per la maggior parte delle case d’asta, questo segmento rappresenta oggi il 45% del mercato totale rispetto al 57% di un anno fa. Tuttavia in questo mediocre semestre i lotti milionari si sono fatti notare raggiungendo 77,2 milioni di franchi svizzeri, il 38% in più rispetto all’anno precedente, mettendo in evidenza l’interesse dei collezionisti per i segnatempo rari di marchi affermati. Trentacinque i lotti dalle caratteristiche eccezionali e uniche che hanno superato il milione, rispetto ai 29 dello stesso periodo dell’anno scorso. A differenza del passato, la Top 10 dei lotti milionari si concentra solo su marchi affermati, lasciando solo due posti per gli indipendenti Roger Smith e F.P. Journe. Patek Philippe ha confermato il suo dominio nella classifica con il raro Patek Philippe Referenza 96 Quantieme Lune, risalente a 86 anni fa e appartenuto all’ultimo imperatore della Cina, e il Patek Philippe Ref. 2523 con un quadrante in smalto cloisonné raffigurante l’America del Nord.
Eventi d’asta meno appealing
Altro elemento da considerare è stata una minor offerta di collezioni private. Da segnalare la seconda parte della vendita da Christie’s della Collezione Triazza (17,9 milioni di franchi), dove un orologio Patek Philippe è stato il lotto più costoso venduto nel semestre (7,6 milioni di franchi svizzeri). L’asta The Ultimate Collection ha stabilito undici record mondiali per Patek Philippe e F.P. Journe. Inoltre, la vendita di The Art of F.P. Journe, con 40 lotti in vendita da Christie’s, ha totalizzato 13,6 milioni di franchi svizzeri, con un prezzo medio per lotto di oltre 341mila franchi svizzeri, confermando FP Journe come il punto di riferimento tra gli orologiai indipendenti. Di particolare interesse la vendita di Sotheby’s Important Watches, che ha realizzato 14,7 milioni di franchi svizzeri per 125 lotti, tra cui due Rolex Daytona, appartenuti a Paul Newman.
Ginevra capitale delle aste
Nel semestre Ginevra batte Hong Kong e sale al primo posto con un volume d’affari di 122 milioni di franchi svizzeri, in calo del 5% rispetto al primo semestre del 2022. È interessante notare che la città svizzera si è classificata al primo posto anche nel segmento dei gioielli, con vendite totali pari a 308,8 milioni di franchi svizzeri, più di 2,5 volte il risultato dello stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla vendita di gioielli eccezionali e rari di Bulgari e Cartier.
Hong Kong, al contrario, ha dovuto registrare un deciso calo del volume d’affari (- 21% a 108 milioni di franchi svizzeri) un livello inferiore al 2021, pari a 117,9 milioni di franchi svizzeri.