Sipario sulla sedicesima edizione di Maredamare, il salone internazionale dedicato al beachwear e al resortwear che ha raccolto nella cornice fiorentina della Fortezza da Basso, tra il 22 e il 24 luglio, circa 4.700 presenze (contro le 3.960 dell’edizione 2022), di cui il 28% proveniente da 38 Paesi esteri.
Protagoniste dell’evento, organizzato e promosso da Underbeach, le collezioni estive 2024 presentate in anteprima da oltre 250 brand: una selezione che ha spaziato da note griffe a startup innovative, offrendo una panoramica su un settore in evoluzione. Tra i player presenti, Max Mara Beachwear, Liu Jo Beachwear, Polo Ralph Lauren, Bikkembergs, Pin Up Stars, Miss Bikini fino a Maryan Melhorn, Csp International, Van De Velde, Chantelle, Anita, Lise Charmel, il gruppo Afs e ancora Paladini e Dnud.
La kermesse si è articolata in tre giorni dedicati al fashion che ruota intorno al mare e alle località balneari, tra show, eventi indoor e outdoor, presentazioni e aree di approfondimenti, come quella dedicata alla sostenibilità. Focus, infatti, sull’impegno green e sull’innovazione, a cui è stato dedicato uno spazio in cui esplorare la ricerca di nuovi tessuti e la realizzazione di prodotti finiti proprio in ottica sostenibile, naturale prosieguo dell’ottenimento, da parte della manifestazione, della certificazione Iso 20121 come evento sostenibile.
Sotto i riflettori, come di consueto, le tendenze per l’estate a venire, risultato di un lavoro di forecasting condiviso con i brand coinvolti nella prossima edizione della fiera. Per definizione associato a contesti spensierati e leggeri, il costume da bagno cerca di unire estetica e performatività di tessuti e modelli, lasciando ora spazio a soluzioni ecofriendly.
Un momento positivo per il beachwear che, racconta a Pambianconews la general manager Raffaella Petrossi, con il passare degli anni acquisisce una caratterizzazione sempre più ‘lifestyle’, abbracciando categorie merceologiche affini ed emancipandosi dal mero utilizzo vacanziero, approdando anche in città. Una parabola che nel new normal hanno conosciuto diversi segmenti fashion, su tutti il casualwear.
“Siamo molto orgogliosi di questa sedicesima edizione – commenta Petrossi – perché è quella che ci ha un po’ consacrato come fiera di riferimento in Europa. Sono tantissimi i brand che hanno partecipato, internazionali per circa il 50 per cento, e stiamo dedicando particolare attenzione agli incoming”.
Prosegue la manager: “Noi nasciamo come fiera nazionale: la maggior parte dei nostri visitatori è sempre stata italiana. Negli ultimi anni, grazie al lavoro che abbiamo fatto, ci siamo aperti anche al mercato europeo, diventando così un riferimento anche per i compratori esteri”.
Maredamare, infatti, ha implementato nel corso degli anni l’incoming buyer con l’ospitalità di clienti provenienti da Australia, Kazakistan, Perù e Cile, tra gli altri. E ospita buyer provenienti da Russia e Cis, Grecia, Francia, Croazia, Svizzera, Belgio, Spagna, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, in virtù del supporto dell’Agenzia Ice e degli accordi con organismi ed enti internazionali.
Tra gli highlights della sedicesima edizione appena conclusa, la partnership con Gran Canaria Swim Week, il beachwear show in programma dal 5 al 7 ottobre nell’isola spagnola. Una collaborazione significativa, che coinvolgerà tre aziende internazionali nel calendario della settimana canarina, per il legame che tesse tra due dei Paesi più rilevanti per il comparto all’interno del panorama europeo, in termini di mutua promozione e relazioni internazionali.