Soddisfazione da parte dei sindacati per l’intesa sottoscritta con Prada Group sulla determinazione del premio di risultato, riservato a tutte le lavoratrici e ai lavoratori delle sedi italiane. “Abbiamo ottenuto un importante investimento sul welfare aziendale e un piano di armonizzazione che porterà a fine triennio 2023-26 tutte le sedi o società controllate ad avere un eguale riconoscimento economico”. Questo il commento dei rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali nazionali, che hanno sottoscritto l’intesa, insieme alle Rsu di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e la direzione aziendale del player del lusso, per la determinazione del premio di risultato, riservato a tutte le lavoratrici e ai lavoratori delle sedi italiane.
“Al momento l’importo è diverso da sito a sito – spiegano le organizzazioni sindacali – con un massimo raggiungibile di 1.450 euro. Tuttavia si tratta solo di una parte del premio, che si incrementerà sulla base di parametri legati alla redditività dell’azienda e agli indici di stabilimento. Questi ultimi saranno definiti dalle Rsu aziendali e dalle organizzazioni sindacali territoriali. Il premio di risultato si incrementerà con una maggiorazione del 20% se sarà convertito in welfare e speso attraverso la piattaforma MyPradaGroup. Alla somma così composta si aggiungono 1.300 euro di welfare puro per tutti”. Entro la fine del 2023 dovrebbe partire invece la trattativa “per il rinnovo della parte normativa dell’integrativo aziendale”.
Secondo i dati diffusi a maggio, Prada Group ha chiuso il Q1 del 2023 con ricavi per 1,065 miliardi di euro. Una crescita del 22% messa a segno “nonostante il contesto macroeconomico incerto”. Nei tre mesi Prada ha generato vendite retail in aumento del 23% a 953 milioni di euro, risultato trainato dalla crescita like-for-like a prezzo pieno, superiore anche rispetto al +14% del quarto trimestre dello scorso anno. Il marchio Prada è cresciuto del 21% nel quarter, mentre Miu Miu ha conosciuto una “notevole accelerazione” (del 42 per cento). Guardando le categorie merceologiche, rimane in testa l’abbigliamento con una crescita del 38%, seguito dalle calzature (+20%) e dalla pelletteria (+14 per cento).