La moda fa il suo ingresso ‘sfacciato’ nel tempio di Wimbledon. A catturare l’attenzione degli appassionati di tennis di tutto il mondo e della stampa, nel primo giorno del celebre torneo britannico, è stata anche la discesa in campo della maison Gucci, apparsa al fianco dell’italiano Jannik Sinner. Al suo arrivo, il campione classe 2001 ha infatti sfoggiato un borsone Gucci unico nel suo genere, pensato appositamente per l’occasione e personalizzato con le iniziali ‘JS’, simbolo della recente partnership tra l’atleta e la storica casa di moda.
Un accessorio per nulla passato inosservato e che ha scatenato le critiche, non tutte negative, degli appassionati dello sport. Il borsone rappresenta infatti un primato, essendo questa la prima volta che un luxury brand personalizza una borsa da portare in campo. Nella storia del tennis non era mai successo che un’atleta fosse autorizzato a portare con sé un accessorio logato e così riconoscibile, in quanto tutto l’abbigliamento indossato dagli atleti è sottoposto a rigide restrizioni. “Il Torneo di Wimbledon è il contesto ideale per presentare l’eccezionale collaborazione, la prima del suo genere nel mondo dello sport e della moda lusso”, ha commentato il marchio di casa Kering in una nota.
Proprio nel caso di Wimbledon, i tennisti sono infatti obbligati a vestire con un look total white (non sono inclusi bianco sporco o crema, ndr), tranne per alcune misuratissime eccezioni, dalla colorazione dei bordi (non più lunghi di un centimetro) di alcuni capi e di alcune cuciture esterne. Una ‘candida regolamentazione’ che risale al lontano 1877, anno in cui i soci dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club organizzarono il primo torneo di tennis, e trova la sua spiegazione in una questione molto pratica: sull’abbigliamento bianco le macchie di sudore degli atleti sono molto meno visibili. Per quanto concerne i loghi invece, nei tornei del Grand Slam i partecipanti devono rispettare limiti sulle dimensioni, la posizione e il numero. Regola che vale per maniche, colletti, fasce, calzini e pure per l’attrezzatura.
Proprio per queste ragioni, prima del match il campione altoatesino ha dovuto chiedere l’approvazione a ITF (International Tennis Federation), ATP e agli organizzatori di Wimbledon per poter portare in campo l’accessorio griffato.
Sebbene questa rappresenti una prima volta per il lusso, è possibile che d’ora in poi i grandi player oseranno di più per valorizzare la loro presenza e le partnership all’interno dei campionati di tennis, che proprio per le rigide regolamentazioni rendono difficili importanti attività di marketing. Dopo il caso di Gucci, ci si chiede già, ad esempio, se Louis Vuitton abbia in mente qualcosa di simile, dato che proprio recentemente ha assoldato nel tuo team di brand ambassador il giovane tennista e fuoriclasse spagnolo Carlos Alcaraz. D’altronde è noto che con l’ultima collezione e il debutto di Pharrell Williams la maison ammiraglia di Lvmh stia puntando molto sui nuovi accessori. Una tesi dimostrata dalle recenti apparizioni, alle sfilate dei colleghi designer, proprio di Williams, che assieme al suo borsone logato, dal valore esorbitante di un milione di euro, ha catturato non poco l’attenzione dei media e degli addetti ai lavori.