Il Consiglio dei ministri ha dato il suo ok al disegno di legge sul Made in Italy, un provvedimento che, come spiega la nota ufficiale “prevede una serie di misure e iniziative volte a incentivare il sistema imprenditoriale di eccellenza italiana con l’obiettivo di dotare il nostro Made in Italy di nuove risorse, nuove competenze e nuove tutele”. Per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy si tratta di “una svolta per le filiere produttive del nostro Paese” che, grazie a questo provvedimento, “potranno contare su nuove risorse, tutele e competenze”.
“L’industria italiana del Tessile-Abbigliamento-Moda è una delle principali filiere del Made in Italy in grado di rappresentare l’Italia in maniera globale. Con le sue 64mila imprese genera 100 miliardi di fatturato, il settore contribuisce al saldo della bilancia commerciale italiana per circa 25 miliardi di euro trovando nell’export il suo punto di forza, con una quota di mercato mondiale del 5,3 per cento”, ha raccontato il ministro in un’intervista pubblicata sul numero di Pambianco Magazine in uscita il 13 giugno. “Consapevoli di questo – continua il ministro – ci siamo mossi subito dedicando un Tavolo al settore così da coinvolgere tutti gli attori e definire una politica di sostegno alla filiera. Parallelamente, con il disegno di legge per la valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy, collegato alla legge di bilancio, abbiamo voluto dare strumenti utili agli operatori: potenziamento delle competenze, difesa dei marchi, fiere e molto altro fino all’introduzione di un Fondo Sovrano che investirà sulle imprese e sulle filiere del Made in Italy per rendere il sistema più competitivo soprattutto in ambito digitale ed ecologico”.
Proprio riguardo al Fondo Strategico Nazionale del Made in Italy, la legge quadro prevede che abbia una dotazione iniziale di un miliardo. L’obiettivo, spiega il ministero, è stimolare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali anche per la fase dell’approvvigionamento delle materie prime critiche. Inoltre, sono introdotte nuove misure settoriali a sostegno delle principali filiere attraverso la valorizzazione della filiera legno-arredo 100% nazionale, del tessile, della nautica, della ceramica e dei prodotti orafi. Dieci milioni di euro sono destinati al potenziamento delle iniziative di auto-imprenditorialità e imprenditorialità femminile.
Tra gli argomenti cardine della legge quadro c’è il tema della formazione, da sempre un argomento caldo per il settore moda che lamenta la mancanza di nuove figure professionali. A Pambianco Magazine Urso ha spiegato: “Il Governo è consapevole che l’istruzione e le competenze sono uno strumento essenziale per rispondere alla domanda delle imprese spesso impossibilitate a trovare le figure chiave necessarie alle loro attività. Nel settore mancano almeno 40mila addetti che l’offerta non riesce a fornire perché carente delle competenze richieste a quei profili altamente specializzati. Occorre, quindi, strutturare meglio l’offerta formativa a tutti i livelli, a partire dalla scuola secondaria fino ad arrivare alla formazione superiore. Il progetto è ampio e ambizioso: vogliamo introdurre il liceo del Made in Italy, rafforzare gli ITS, favorire le Accademie e le Scuole dei Mestieri. Da un lato occorre incentivare l’introduzione di tecnologie digitali indispensabili al settore (CAD, modellazione 3D, ecc.) dall’altro valorizzare il trasferimento intergenerazionale del sapere basato su una staffetta tra popolazione formata ma in uscita dal mercato del lavoro e le nuove leve. Modelli basati sull’economia circolare possono essere disegnati anche in questo ambito, non solo sull’uso dei materiali, su cui comunque la nostra moda è all’avanguardia”.
La principale novità è l’introduzione del discusso Liceo del made in Italy, “per promuovere le conoscenze e le abilità connesse all’eccellenza dei prodotti e della tradizione italiana attraverso un percorso liceale in grado di dare competenze storico-giuridiche, artistiche, linguistiche, economiche e di mercato idonee alla promozione e alla valorizzazione dei singoli settori produttivi nazionali che tengano conto delle specifiche vocazioni dei territori”. L’avvio del nuovo ciclo scolastico è prevista per l’anno 2024-25. Si prevede anche misure che consentano il passaggio di competenze intergenerazionali. “Inoltre per favorire il passaggio di competenze e di abilità tra generazioni viene istituito un Programma di trasferimento delle competenze generazionali per le imprese private con non più di 15 unità da svolgere attraverso il tutoraggio di formazione di un lavoratore andato in pensione”, si legge nel testo.
La legge quadro, infine, istituisce anche l’Esposizione nazionale permanente del made in Italy dove saranno presentati i prodotti chiave della storia del made in Italy appunto, la creazione di un contrassegno ufficiale di origine italiana delle merci con la dizione Made in Italy per la promozione della proprietà intellettuale e commerciale dei beni ed inoltre l’introduzione di modifiche del sistema del sistema sanzionatorio e del codice di procedura penale in materia di anticontraffazione. Il 15 aprile si festeggerà la “Giornata nazionale del made in Italy”.