Il lusso continua a macinare tassi di crescita importanti e, parallelamente, si rafforza anche il settore del luxury retail in Europa, tra opening sempre più mirati e la ripresa del turismo nel post pandemia. È quanto emerge dallo studio ‘Global Luxury Retail’ della società immobiliare inglese Savills, che illustra come nel 2022 il numero di store di articoli di alta gamma presenti in Europa sia aumentato del 77%, costituendo il 23% di tutti i nuovi opening a livello globale.
Complessivamente le nuove aperture di luxury store hanno registrato un aumento dell’11% sul 2021. Sul fronte delle percentuali, a dominare ancora una volta la mappa rimane la Cina, che da sola comprende il 41% di tutti gli opening di nuovi negozi, grazie alla continua attenzione dei marchi verso questo mercato e nonostante la decrescita e le continue chiusure dovute alle restrizioni da Covid-19. Seguono l’Europa al secondo posto come numero di negozi, con appunto il 23 per cento, il Nord America al terzo (14%) e l’Asia al quarto (12%).
“La ripresa relativamente rapida della spesa per il lusso in Europa, aiutata in parte dal ritorno dei visitatori internazionali, ha senza dubbio riportato la regione in cima all’agenda dei marchi di lusso in espansione”, si legge nel report della società. “Allo stesso modo, la riduzione degli affitti in alcune vie chiave del lusso nella regione, unita a una migliore disponibilità in alcuni casi, ha favorito l’attività di locazione”. A Londra, ad esempio, la destinazione dello shopping di lusso Bond Street ha visto i canoni di locazione decrescere del 27% tra dicembre 2019 e dicembre 2021 e, sebbene la crescita degli affitti sia aumentata, nel primo trimestre del 2023 i canoni risultano ancora inferiori del 17% rispetto al picco pre-Covid. A Milano invece la pressione al rialzo sugli affitti di Via Montenapoleone fa sì che la città abbia ora i canoni di locazione più alti d’Europa nel settore del retail di lusso (posizione precedentemente detenuta proprio da Bond Street).
Un fenomeno parallelo ma contrapposto riguarda invece l’Ex celeste impero, dove i principali player del lusso hanno finora investito, a discapito delle grandi vie dello shopping, in mall di fascia alta, che per i consumatori cinesi rappresentano un luogo di aggregazione, tra possibilità di shopping, ristorazione e intrattenimento in un unico edificio.
Una strategia consolidata in passato ma che adesso, come riportato da Jing Daily, sta invertendo la propria rotta, portando i colossi del lusso ad investire su strada, a fronte di un esperienza più immersiva. Tra i primi a cambiare strategia d’investimento c’è stato il colosso francese Lvmh: a novembre dello scorso anno, la maison ammiraglia Louis Vuitton ha aperto infatti il suo primo flagship indipendente in Cina, a Chengdu, con uno spazio di ben 1.500 metri quadrati e un ristorante adiacente alla struttura. Successivamente Dior ha inaugurato un maxi store di tre piani con una terrazza-giardino proprio vicino al negozio di Vuitton. Opening che il gruppo d’Oltralpe implementerà con future aperture di entrambe le maison nella mecca dello shopping e della ristorazione di Sanlitun (Pechino), nel cuore del distretto di Chaoyang. Secondo i media locali, riporta la testata, anche Hermès avrebbe intenzione di costruire una boutique indipendente nel medesimo distretto.
Tra i principali motivi che fomenterebbero la spinta degli store indipendenti, c’è il desiderio dei grandi gruppi di raggiungere una maggiore flessibilità, che permetterebbe loro di differenziarsi per concept, design e offerta, senza dover negoziare con i gestori dei centri commerciali e dividere una parte dei ricavi. Inoltre, la scelta contribuirebbe a migliorare il proprio posizionamento, accogliendo anche quelli che vengono definiti come ‘vip clients’.
“I consumatori cinesi sono sempre più alla ricerca di esperienze di shopping che vadano oltre il semplice consumismo. Vogliono originalità, esaltazione e un’atmosfera cool per socializzare, oltre che per dimostrare di essere stati in luoghi popolari”, spiega a Jing Daily Elisa Harca, co-fondatrice e CEO dell’agenzia di marketing Red Ant. “Lo spostamento verso esperienze orientate all lifestyle può incoraggiare i marchi a diversificare le loro offerte al di là della moda e degli accessori tradizionali e a sperimentare nuove categorie di prodotti e servizi”.