Il 2022 dell’industria conciaria tricolore vale 4,5 miliardi di euro e segna una crescita in valore del 7,3% rispetto all’anno precedente. È questa la fotografia del settore restituita dai dati preliminari di Unic – Concerie Italiane, anticipati a Pambianconews, da cui emerge il potenziale del segmento interni e arredamento, in aumento del 5-7% su base annua.
Secondo le previsioni dell’associazione, che troveranno conferma nei dati ufficiali in pubblicazione alla fine del mese, le esportazioni di prodotti conciari realizzati in Italia nel 2022 sono balzate in avanti in Europa, con la Francia a +33% seguita dalla Spagna e dal Portogallo che hanno messo a segno un aumento rispettivamente del 25% e del 20 per cento. Negli Usa, invece, l’export si è fermato a un aumento del 2% sul 2021, riportando ancora un gap del 4% rispetto al 2019 pre-Covid.
Riguardo ai volumi della produzione di pelle nel Belpaese, Unic stima una flessione del 2,6% nell’anno passato. Un dato che fa pensare a una corsa a due velocità: “Questo sottolinea il fatto – spiega Fulvia Bacchi, CEO della fiera e direttrice generale di Unic – che la fascia più performance è l’alto di gamma, in un settore che destina il 70% della produzione alla moda”.
Riguardo all’andamento delle aree geografiche, “colpisce che – prosegue Bacchi – la Cina e Hong Kong non siano più la nostra destinazione primaria, ma abbiano lasciato il posto a Paesi europei quali Francia e Spagna”. Le speranze su una imminente ripresa del fronte orientale, però, restano salde all’indomani della revoca delle restrizioni sanitarie, ma è necessario aspettare ancora per delineare delle stime, spiega la manager. Piuttosto marginali, intanto, gli States, nonostante la lenta ripresa post-pandemica, a fronte della centralità del Vecchio Continente. Quasi irrisoria la quota rappresentata da Russia e Paesi dell’ex area sovietica, dal peso di pochi punti percentuali e su cui ha quindi poco impattato il conflitto in corso.
L’orizzonte 2023 resta ancora offuscato dalle criticità macroeconomiche, dalla supply chain ancora affaticata ai rincari di materie prime ed energia, e rende difficile pronosticare con attendibilità l’andamento dei prossimi mesi. Le attese sono di un anno in chiaroscuro, che verosimilmente riprenderà slancio nel secondo semestre. “Permangono ancora i problemi che hanno costellato il 2022 – commenta a tal proposito Bacchi – e il mercato in questo momento appare volatile. Noi ci aspettiamo un recupero soprattutto nella seconda parte dell’anno”.
Aggiungendo: “Abbiamo ottime previsioni sulla pelletteria, meno sulla calzatura. Ma soprattutto c’è un segmento che sembra, a guardare i dati a oggi disponibili, fortemente in crescita ovvero l’interior”. Proprio in virtù del suo sviluppo, Unic è impegnata in una serie di iniziative volte a valorizzare e capitalizzare il potenziale di questo mercato, asset strategico nonostante il ruolo ancora predominante del fashion. A spingerlo, dopo il boom durante la pandemia e un calo nel 2022, anche la crescita del mercato edilizio in aree quali Medio Oriente, Dubai e, in un prossimo futuro, anche la stessa Cina.
In generale, i dati preliminari sembrano in linea con la visione, ancora parziale, anticipata in occasione dell’ultima edizione di Lineapelle, tenutasi lo scorso febbraio a coronare il termine di un “anno a due facce”, teso verso la ripresa ma ancora immerso in una fase congiunturale difficile per tutta la industry.