Si prevede che il meccanismo del buy now-pay later (Bnpl), ovvero dei pagamenti dilazionati per gli acquisti online, diventerà cruciale anche in Italia, arrivando a muovere un turnover che dovrebbe raggiungere i tre miliardi di euro entro il 2026, con una crescita media del 27% all’anno. Al momento il 4% dei pagamenti online avvengono attraverso il Bnpl, la quota dovrebbe superare il 5 per cento. I dati provengono dallo studio ‘The Secret weapon of Buy Now Pay Later’ redatto da Scalapay, azienda nata nel 2019 da un’idea di Simone Mancini e che ha chiuso un 2022 classificandosi “Unicorno” per il superamento del miliardo di dollari di valutazione. Lo studio è stato condotto sull’analisi dei dati di oltre 3.500 brand.
La crescita italiana è in linea con il trend internazionale. Secondo l’analisi, nonostante il Bnpl sia un settore ristretto e poco riconosciuto tuttavia, a livello globale ha registrato un Cagr dell’89% dal 2019 al 2021, quando ha raggiunto un giro d’affari di 120 miliardi di dollari. La cifra dovrebbe raggiungere i 300 milioni di dollari nel 2023 per poi arrivare a quota 576 miliardi nel 2026. Sono principalmente i millennials (57%) e la generazione Z (54%) a optare per la dilazione del pagamento. L’incremento degli acquisti dilazionati va di pari passo con l’aumento previsto delle vendite digitali che, secondo le stime citate nell’analisi, dovrebbe muovere un turnover di 7.391 miliardi di dollari nel 2025, mantenendo, però, una quota relativamente stabile rispetto alle vendite retail complessive (26 per cento). Attualmente, più di 4,95 miliardi di persone hanno accesso a Internet, pari a oltre il 62% della popolazione mondiale. Secondo l’European E-commerce Report, gli utenti di Internet hanno superato il 90% della popolazione e si stima che nel 2022 gli utenti che acquisteranno online raggiungeranno quota 76 per cento.
L’analisi condotta da Scalapay entra poi nel dettaglio delle tipologie di acquisto in Italia avvenute proprio attraverso la società di Bnpl nei settori in cui è presente, ovvero fashion, lusso. beauty, health&wellness, home&garden, sport e travel. “Il fashion è un settore ad alto potenziale con un Average order value di 96 euro, il che significa che questa modalità di acquisto non è appannaggio solo dei grandi acquisti, ma è funzionale anche a togliersi anche piccoli piaceri. Diverso, ovviamente, il caso del lusso dove l’acquisto medio è più elevato, 477 euro come anche il tasso di penetrazione. Questo vuol dire che il Bnpl rappresenta un abilitatore degli acquisti di lusso”, ha spiegato Lorenzo Saccardi Sales Strategy and Operations Manager – Scalapay.
“Anche il settore del travel ha raggiunto notevoli risultati con Scalapay. In un settore, come quello del turismo che nel suo complesso sta vivendo una forte digitalizzazione, il BNPL ha dimostrato di essere un efficace strumento di conversione e di marketing”, ha aggiunto Simone Mancini, CEO di Scalapay. “L’effetto Scalapay nel settore dei viaggi è responsabile del 12% di tutte le transazioni. La soluzione Bnpl incide anche sull’aumento del valore medio della transazione fino a +45%, mentre 500 euro è l’importo medio degli acquisti effettuati dai clienti sugli e-commerce e i negozi fisici dei brand che utilizzano Scalapay come metodo di pagamento. Infine, un ultimo dato da evidenziare, è la percentuale di ordini provenienti dai clienti che utilizzano già Scalapay che si aggira intorno al 48%, rispetto al totale degli ordini effettuati”.
Il contesto attuale dell’inflazione non sembra aver rallentato la crescita di Scalapay. “L’inflazione non ha fermato il nostro mercato – conferma Mancini in occasione della presentazione della ricerca. “Abbiamo riscontrato cambiamenti nella spesa del fast fashion ma, per esempio, c’è stata una crescita del segmento travel. Il fatto di essere presenti su più verticali ci consente di bilanciare i volumi”. Quanto all’effetto del caro vita sul volume di acquisti e su possibili aumenti di insolvenze, “non abbiamo osservato calo sui rimborsi”, ha spiegato il CEO, aggiungendo che il numero di clienti che non restituisce tutto “resta sotto l’1 per cento”. Per quanto riguarda l’allargamento da altre categorie di prodotto, al momento questa opzione non è allo studio di Scalapay. “L’elettronica, per esempio, è un tipo di prodotto caratterizzato da una marginalità più bassa ed è esposto a frode, perciò non è al momento un settore che stiamo considerando. Non lo escludiamo un domani ma dobbiamo essere affiancato da un istituto di credito”, ha anticipato il CEO. In programma per Scalapay, invece, c’è l’allargamento dei servizi che rappresentano ormai la colonna portante della crescita della società dato che, secondo lo studio, il 21% dei consumatori europei abbandona l’acquisto se il checkout dura più di un minuti e il 15% non conclude lo shopping online nel caso in cui non sia presente il suo metodo preferito di pagamento. “Abbiamo notato come la velocità sua un elemento fondamentale, quindi stiamo lavorando per ridurre i tempi tecnici per il check-out dei pagamenti”.