Monnalisa chiude in crescita il full year 2022. L’azienda toscana specializzata nel kidswear di alta gamma ha fatturato 46,4 milioni di euro, in aumento del 6% a cambi correnti (+5% a cambi costanti) rispetto all’esercizio precedente a quota 43,6 milioni. L’ebitda consolidato reported segna +13%, pari a 5,8 milioni di euro, in crescita rispetto ai 5,1 milioni del 2021 con ebitda margin al 12,5% ed ebitda adjusted pari a 5,9 milioni. Il gruppo ha quasi recuperato i livelli economici degli esercizi pre-pandemia avendo fatturato 47,9 milioni di euro nel 2019.
La distribuzione dei ricavi per canale evidenzia una crescita year over year del 3% dell’incidenza dei canali retail diretti (42% contro il 39% del 2021), fisico e e-commerce, “in linea con una precisa strategia aziendale che ha canalizzato i principali investimenti introducendo evoluzioni tecnologiche a supporto della piattaforma digitale, nonché una più mirata strategia di marketing e comunicazione digitale full funnel, l’utilizzo di strumenti di marketing automation al fine di fornire ai clienti un’esperienza più personalizzata e aumentare i tassi di conversione, e l’attuazione del piano retail che sta dando risultati molto positivi in termini di crescita e di miglioramento della redditività”, specifica l’azienda. Il canale wholesale ha mantenuto stabili le vendite ai livelli del 2021 a causa di uno slittamento delle consegne della nuova collezione ai primi mesi del 2023. Nell’ultimo trimestre del 2022, infatti, il peso dei ricavi legati alle spedizioni della pre-collezione primavera/estate 2023 è stato inferiore agli obiettivi e al risultato conseguito nel 2021 con un impatto su fatturato, risultati economici intermedi e finali, nonché sulla posizione finanziaria netta.
Durante l’esercizio l’azienda ha proceduto ulteriormente nell’implementazione della strategia di aumento della profittabilità del canale retail, anche attraverso la gestione del turnover del portafoglio directly operated stores e directly operated outlets, con la chiusura di punti vendita diretti meno redditizi e l’apertura di nuovi negozi con maggior potenziale di generare reddito. Al termine dell’esercizio, il gruppo possiede complessivamente 49 punti vendita diretti rispetto ai 51 al 31 dicembre 2021.
I ricavi per area geografica evidenziano un incremento delle vendite rispetto al 2021 del 17% sul mercato europeo, pari a 13,9 milioni di euro, e dell’8% sul mercato italiano pari a 15,9 milioni, mentre i ricavi relativi all’area ‘Resto del mondo’ registrano una decrescita del 3% (15,2 milioni di euro), mantenendo comunque un’incidenza del 33% sui ricavi di vendita totali.
“I buoni risultati conseguiti nel 2022 – dichiara in una nota l’AD Christian Simoni – rafforzano le solide basi, radicate sui nostri valori environmental, social and governance, per l’attuazione del nostro piano triennale di sviluppo, che affianca alle linee strategiche già perseguite anche nell’ultimo quinquennio, che includono aumento del brand equity, aumento dell’efficienza operativa, e crescita per vie interne con l’allargamento dell’offerta e gli investimenti nei canali retail, la revisione del modello di business, con l’apertura a collaborazioni e licenze selettive con altri brand facendo leva sul sistema di asset, capacità e competenze che abbiamo creato, con unicità rispetto ai nostri competitor, con l’attuazione del processo di (profonda) transformation degli ultimi anni. Siamo pienamente consapevoli dell’avversità e dell’incertezza del contesto generale, macro-economico e geo-politico, nonché di quello più industry specific della moda per bambini e di alcuni mercati geografici in particolare che sono per noi sempre stati fondamentali. Non è perciò incoscienza, cecità, o superficialità, bensì chiarezza di visione e imprenditorialità che ci guideranno con determinazione nei prossimi passi di cambiamento strategico futuro, a cui guardiamo con fiducia”.
“Per quanto concerne le previsioni per il 2023 – dichiara l’azienda – il clima di incertezza che ha caratterizzato l’esercizio 2022, a causa dei perduranti effetti della pandemia Covid-19 sui flussi turistici e sull’economia di alcuni Paesi, Cina in primis, e le tensioni geopolitiche legate al conflitto tra Russia e Ucraina che hanno introdotto un ulteriore elemento di difficoltà a livello macroeconomico e nello specifico, nella prosecuzione del processo di crescita e consolidamento del fatturato e del presidio internazionale del gruppo, potrebbero ancora influenzare i consumi, le abitudini e gli spostamenti delle persone con un potenziale impatto sui ricavi attesi. La situazione post-pandemica in Cina, Hong Kong e Taiwan si traduce in un rallentamento della ripartenza dell’economia, facendo sì che i segnali dell’attesa ripresa non siano ancora riflessi nelle performance economico-finanziarie di Monnalisa. La politica monetaria adottata dalla banca centrale europea e le pressioni inflattive non ancora attenuate hanno prodotto situazioni di perturbazione nella filiera produttiva di settore. In questo contesto il gruppo opera con l’intento di preservare e consolidare le relazioni strategiche coi propri partner industriali e finanziari al fine di superare la fase di transizione economica in essere cogliendo le opportunità strategiche attese alla ripartenza dei settori in cui il gruppo opera”.
Nella mattina di oggi il titolo del gruppo Monnalisa, quotata sul mercato Euronext Growth Milan, è in calo di quasi il 5 per cento.
Lo scorso gennaio, dopo due anni di assenza, la maison Monnalisa è tornare a sfilare all’interno della Fortezza da Basso di Firenze con la collezione autunno/inverno 2023-24 durante la 96esima edizione di Pitti Bimbo. Oltre allo storico house brand Monnalisa, il gruppo ricopre il ruolo di licenziatario della linea kidswear di Chiara Ferragni.