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Le M&A della moda infiammano il 2022. E in italia aumenta l’appeal dei terzisti

Tom Ford SS23

Le M&A della moda infiammano il 2022. E in italia aumenta l’appeal dei terzisti

Di Milena Bello
17 Marzo 2023

L’ultimo anno ha visto una accelerazione del risiko di acquisizioni nel fashion. In campo anche i colossi del lusso che si sono concentrati sul mondo dei fornitori. Per il 2023 occhi puntati sul dossier del Gruppo Florence.

 

Prendendo in prestito il gergo del gioco, si può dire che nel 2022 siamo stati di fronte a una ‘febbre’ da acquisizioni nel settore della moda in senso allargato, con un’impennata di operazioni soprattutto nella seconda metà dell’anno, trend in parte dovuto alla situazione finanziaria non rosea di alcuni marchi o aziende, il che le rende appetibili come ‘prede’ sul mercato del fashion, dall’altra dalla crescente importanza di una filiera di prossimità. Secondo una analisi condotta da Pambianco, nel corso dei dodici mesi appena conclusi, si sono avvicendate ben 23 operazioni di M&A sul fronte del prodotto moda in senso allargato (prendendo in considerazione anche il tessile, la gioielleria, le calzature e la distribuzione di abbigliamento online e offline), a cui si aggiunge una acquisizione annunciata proprio all’inizio del 2023, quella di Morellato Group che si è aggiudicato il rivale tedesco Christ Group.

“Il mercato del lusso si conferma brillante anche nel 2022 non solo per quanto riguarda i risultati, ma anche per il numero delle operazioni M&A”, commenta Alessio Candi, responsabile delle divisioni Consulting ed M&A in Pambianco. Tra queste, le più importanti sono state quella di Crocs che ha acquisito Hey Dude per 2,5 miliardi di dollari, Carlyle che ha comprato Dainese, Estée Lauder che ha rilevato Tom Ford per 2,8 miliardi di dollari, spuntando così la ‘rivale’ Kering, anch’essa interessata al marchio e Farfetch che ha acquisito il controllo di Ynap per un miliardo di dollari, rilevando il 47,5% del capitale dalla svizzera Richemont.

LO SGUARDO SULL’ITALIA

Fermento anche sul fronte italiano, dove predominano le acquisizioni industriali, con l’ottica di rilanciare brand o ampliare l’offerta di prodotto. È il caso dell’operazione che ha portato il Gruppo Calzedonia ad aggiudicarsi l’80% di Antonio Marras, deal annunciato lo scorso settembre per una cifra non comunicata e che porterà ad un rilancio del marchio dello stilista sardo. C’è poi Ovs che ha rilevato il marchio in fallimento Les Copains con un’operazione che “rientra nella strategia di Ovs di rafforzare la sua piattaforma di sviluppo e distribuzione del prodotto”. Sul fronte tessile spicca anche il passaggio di Lanificio Cerruti al Gruppo Piacenza 1733 dal Fondo Njord Partners.

 

IL PRESIDIO DELLA FILIERA

In realtà è tutto il settore della filiera moda ad essere protagonista di un importante fermento, a conferma dell’importanza, anche per i grandi gruppi della moda, di presidiare tutta la catena della produzione, portando sotto il proprio controllo anche i terzisti. Nel corso del 2022 si sono concluse oltre una quarantina di operazioni che hanno coinvolto appunto la galassia dei terzisti, sette delle quali hanno visto protagoniste due maison del lusso, Lvmh (direttamente o attraverso i suoi marchi o le sue divisioni) e Prada, che hanno preso il controllo di alcuni attori della supply chain del lusso e il marchio italiano Golden Goose che ha acquisito il suo fornitore Italian Fashion Team. Se da una parte, quindi, i grandi gruppi hanno deciso di giocare la partita in prima persona investendo sulle piccole aziende, dall’altra si è ulteriormente rafforzato il fenomeno delle aggregazioni nel mondo della catena di fornitura con la spartizione delle aziende terziste all’interno di una manciata di holding industriali, ovvero il Gruppo Florence (che a inizio anno ha inserito nel suo portafoglio anche il Ricamificio GS, ventiduesima azienda della realtà presieduta da Francesco Trapani), Holding Industriale (Hind), Pattern (che a fine gennaio ha finalizzato l’acquisizione del maglificio Nuova Nicol) e Minervahub. Quest’ultima, secondo rumors, avrebbe in serbo altre sei operazioni nel primo semestre 2023 e ha dato mandato alla banca d’affari Rothschild per trovare un partner finanziario disposto a entrare nel capitale. “Il trend delle operazioni nella manifattura per il lusso è un fenomeno molto rilevante”, conferma Candi. “Un mercato storicamente frammentato e composto da piccole medie aziende familiari che producono prodotti di eccellenza per i grandi brand del lusso, si è visto protagonista di un ondata di acquisizioni sia da parte degli stessi gruppi del lusso (che così si assicurano produzioni strategiche) sia da poli nascenti, come Florence, Pattern, SNG e Unomaglia, che sono diventati soggetti aggregatori di aziende produttive bei diversi settori (abbigliamento, maglieria, calzature)”. Su questo fronte, sottolinea Candi, “ci aspettiamo che il trend di concentrazione continui, essendo il mercato ancora molto frammentato, e che inoltre sui player più grandi possano arrivare anche interessi da parte di operatori internazionali”.

C’È FERMENTO ANCHE NEL 2023

Anche Mario Ortelli, managing partner di Ortelli&Co si aspetta un 2023 ancora vivace dal punto di vista delle acquisizioni, in particolar modo nel settore dei fornitori. “Mi aspetto anche nel 2023 un buon numero di transazioni M&A di filiera nel lusso – spiega -. In particolare, continueranno l’intergrazione verticale dei gruppi del lusso nei materiali e componentistica e di consolidamento dei terzisti da parte di operatori speciallizzati”. Tra i dossier da tenere d’occhio c’è sicuramente quello del Gruppo Florence che ha già dichiarato l’obiettivo di quotarsi entro la fine dell’anno. Ma, secondo gli addetti al settore, potrebbe anche essere venduto. Il gruppo sta attirando le attenzioni di altri fondi di private equity. In particolare, si fa il nome di Permira. Intanto, lo scorso dicembre la società veicolo interamente detenuta dal Fondo Italiano d’Investimento Florence One ha emesso un bond da 20 milioni di euro per supportare altre operazioni di M&A.

L’articolo è disponibile sul numero di marzo/aprile di Pambianco Magazine

 

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