Cinema e moda, due realtà affini che spesso, per interessi in comune, ma anche per amicizie nate dietro le cineprese e tra i party privati, si incontrano proprio sui set dei film più famosi. Un sodalizio che nasce oltre un secolo fa e che trova il suo ultimo accordo con l’uscita in sala di ‘Creed III’, il film di Michael B. Jordan (produttore, protagonista e regista della pellicola), terzo capitolo della saga spin-off di ‘Rocky’, che racconta un nuovo spaccato della vita del pugile Adonis Creed.
A figurare nel lungometraggio ci sono anche il tailoring e capi casual firmati Ralph Lauren: “Siamo orgogliosi di presentare Ralph Lauren Purple Label per Adonis Creed, una partnership unica nel suo genere per Ralph Lauren, che veste Adonis Creed con abiti sartoriali made to measure personalizzati”, si legge sul sito web della label e sul profilo Instagram ufficiale. Per il film infatti, il marchio americano ha disegnato e realizzato in esclusiva sei look, “ognuno caratterizzato dalla ricerca di una vita migliore, espressa attraverso lo stile o lo sport”. Tra i capi svelati finora ci sono un soprabito nero in lana, due gessati grigi, uno doppiopetto ed uno in tre pezzi, un completo in gabardine blu navy e blazer dal fit più rilassato. Le creazioni sartoriali saranno inoltre acquistabili per i clienti, solo tramite appuntamento, e porteranno sull’etichetta la scritta “Custom tailored for Adonis Creed”.
Negli ultimi mesi però lo stilista americano non è stato l’unico a fare delle incursioni sul grande schermo: durante le riprese dell’acclamato film su Elvis Presley con protagonista Austin Butler, dal titolo ‘Elvis’, Miuccia Prada era tornata a collaborare con il registra Baz Luhrman. Prima di realizzare i capi della pellicola, la designer italiana aveva infatti già lavorato con Luhrman per il film ‘Romeo+Juliet’ del 1996 e nel 2013 per le creazioni indossate ne ‘Il grande Gatsby’. Abiti che l’anno successivo valsero e consegnarono persino l’Oscar per i miglior costumi a Catherine Martin. Anche per Elvis, è stata proprio Martin a curare l’abbigliamento del film, trovandosi ancora una volta in lizza per ricevere l’ambita statuetta. “Per noi è stato meraviglioso collaborare di nuovo con Miuccia”, aveva dichiarato Martin a maggio 2022. “Ci siamo immersi negli archivi di Prada e Miu Miu, all’interno dei loro atelier di assoluta eccellenza, per compiere un percorso di traduzione dagli abiti storici della signora Presley ai costumi che sarebbero poi apparsi nel film”.
Lo scorso 30 gennaio è stato invece lo stesso Jonathan Anderson, direttore creativo di Jw Anderson e di Loewe, ad annunciare tramite un post Instagram la propria futura collaborazione per la nuova avventura cinematografica del registra palermitano Luca Guadagnino. “Sono davvero entusiasta di lavorare ai costumi di ‘Queer’ con il mio migliore amico Luca Guadagnino”, aveva scritto Anderson sotto un collage del regista e di Daniel Craig, protagonista del film.
Tra i designer pionieri in questo ambito, è impossibile non citare Giorgio Armani, lo stilista amante del cinema che proprio nel suo ultimo libro autobiografico ‘Per Amore’ racconta la genesi del suo rapporto di lunga data con il cinematografo. Armani ha infatti disegnato capi per oltre 200 pellicole, partendo da ‘American Gigolò’, il primo delle sua carriera, dove un giovane Richard Gere indossava un guardaroba total Armani, passando per ‘Gli intoccabili’, ‘Quei bravi ragazzi’, ‘Guardia del corpo’, ‘Pulp Fiction’, fino ad arrivare a ‘007 Casino Royale’, ‘Batman’ e ‘The Wolf of Wall Street’. Un nuovo modo di unire due arti ma anche, per le maison coinvolte, di pubblicizzarsi e di far crescere nello spettatore il desiderio di possedere il capo che ‘sfila’ non più su una passerella ma in sala.