Il mondo della sport industry non mostra segni di cedimento. A fornire una fotografia del suo andamento è Assosport, associazione nazionale dei produttori di articoli sportivi che raccoglie oltre 130 aziende in Italia durante l’l’Assemblea generale tenutasi qualche giorno fa a Verona, presso la sede di Eataly. Dall’indagine emerge un settore in ottima salute, attestato su un valore pari a 13 miliardi di euro. Un risultato che segna un incremento del 15% sul 2020, sottolinea l’associazione, e che, secondo le previsioni di Cerved, dovrebbe continuare a crescere con un tasso superiore al benchmark nazionale (+4,77% contro il +3,06 per cento).
A incidere sul risultato del comparto sportivo, spiega ancora l’associazione, è stata innanzitutto la progressiva ripresa delle attività nel post-Covid, nonché un cambiamento nelle abitudini dei consumatori scaturito proprio dalla pandemia. Nel ‘new normal’, il confine tra fashion e abbigliamento sportivo è diventato sempre meno nitido, giocando a favore delle vendite messe a segno dall’informale e dallo sportswear vero e proprio. Il 2021 è stato poi l’anno dell’outdoor, racconta Assosport, trend proseguito anche nel 2022 che ha a sua volta segnato il ritorno degli sport invernali, fortemente penalizzati durante il lockdown.
Ma è stato anche l’anno della consacrazione del padel che, stando a un Osservatorio condotto da Banca Ifis con il supporto di Assosport, gli italiani che lo praticano sarebbero circa un milione (+500% sul 2019) per un numero di campi stimato oltre i seimila, dislocati su tutto il territorio nazionale. Bene anche il tennis con 3,1 milioni di praticanti. Restano stabili le prestazioni del settore ciclo, mentre piscine e palestre che hanno sofferto molto tra il 2020 e il 2021, nel 2022 hanno cominciato il loro lento, ma progressivo percorso di ripresa.
Guardando al fronte export, negli ultimi due anni le esportazioni di articoli sportivi italiani hanno ripreso quota raggiungendo il +18,5% nel 2021 (su base annua) e +8,2% nei primi nove mesi del 2022, per un valore complessivo che a settembre si aggirava intorno a 4,5 miliardi di euro. Principale mercato di sbocco resta quello statunitense, seguito da Francia, Germania, Svizzera e Spagna. Per quanto concerne il mercato italiano, a reggere meglio il contraccolpo della crisi ad oggi sono state le grandi catene, mentre gli indipendenti fanno più fatica a riprendersi anche a causa delle criticità rappresentate dall’inflazione e conseguente impennata dei costi. La maggior parte degli acquisti si concentra nel Nord Italia (57%), seguito da Centro (25%) e Sud (+18%), percentuali che tuttavia non comprendono l’e-commerce, nonostante il boost conosciuto negli ultimi anni.
“Sono stati due anni complessi, caratterizzati da maree altalenanti – ha commentato Anna Ferrino, eletta nel 2020 e riconfermata per altri due anni al timone di Assosport -. Il mio mandato è iniziato nel 2020. Da allora il mondo è profondamente cambiato passando attraverso una pandemia, una guerra e tutte le ripercussioni economiche che ancora penalizzano molti settori merceologici. In questo lasso di tempo lo sport system si è dovuto confrontare con l’ascesa di alcuni comparti e con la sofferenza di altri. Le nostre aziende si sono viste costrette ad affrontare una sequenza infinita di emergenze, ma hanno anche dimostrato di saper resistere e reagire con forza a tali prove, adattandosi in fretta ai nuovi equilibri e alle nuove abitudini che stanno tuttora cercando un loro assetto all’interno della società”.
Prosegue Ferrino: “Ora è fondamentale continuare a investire in ricerca e sviluppo. L’innovazione di prodotto e l’intersezione strategica con la tecnologia, ma anche l’evoluzione verso il digitale, sono il modo migliore che abbiamo per diffondere il nostro know-how all’esterno e rispondere compiutamente alle esigenze del mercato”.
