Si chiude a velocità +32% l’ultimo esercizio di Mulberry. Nel fiscal year concluso lo scorso 2 aprile il marchio britannico ha messo a segno ricavi da 152,4 milioni di sterline (circa 179 milioni di euro), contro i 115 milioni del precedente anno pandemico.
Positiva la redditività, con un margine lordo balzato in avanti del 71,7% rispetto al 63,6% del 2020-2021. Gli utili ant-imposte sono ammontati a 21,3 milioni di sterline, contro i 4,6 milioni del 2021, anche grazie alla cessione del negozio parigino della maison.
A guidare la performance di Mulberry, l’aumento della domanda e il successo delle vendite a prezzo pieno. Il canale retail del marchio ha registrato un incremento complessivo del 31%, con una flessione dell’e-commerce (-16%) passato da quota 56,4 a 47,5 milioni di sterline in seguito al ripopolamento del brick and mortar post-pandemia. Le entrate negli store fisici, infatti, sono passate da 43,5 a 82,7 milioni di sterline, segnando una crescita su base annua del 90 per cento. Segno positivo anche per il canale wholesale e il franchising, che hanno registrato una progressione del 48 per cento.
“La forza dei nostri risultati finanziari – ha commentato Thierry Andretta, amministratore delegato del brand – riflette la risposta positiva dei clienti al nostro prodotto e le decisioni strategiche che abbiamo preso negli ultimi cinque anni”.
Per quanto riguarda il prossimo futuro, la società mostra fiducia nel prosieguo del trend di crescita sebbene a un ritmo più lento, a fronte del complesso scenario globale e macroeconomico, nonché delle sfide legate alla Brexit. Nelle prime dodici settimane del nuovo fiscal year, ha anticipato Mulberry nel report finanziario, i ricavi del gruppo hanno evidenziato un +5% rispetto all’esercizio precedente, anche grazie al traino del wholesale (+29 per cento), ma i ricavi omnichannel (-1%) patiscono la situazione ancora critica della Cina continentale.