A quasi un mese dalla revoca delle misure di confinamento e lockdown per arginare le recrudescenze del Covid-19, il fashion retail di Shanghai appare lontano dalla ripresa. A dirlo è un’indagine di Reuters, secondo cui la cautela dei consumatori, restii ad affollare le vie dello shopping della metropoli da 25 milioni di abitanti, si riflette in una grande quantità di invenduto. Molti container di capi importati, di conseguenza, restano fermi al porto di Shanghai, hub che smista circa un quinto di tutte le merci importate in Cina.
L’Ex Celeste Impero è un mercato cruciale per i beni di lusso, le cui vendite, secondo Bain, hanno toccato nel 2021 i 74,4 miliardi di dollari (oltre 70,3 miliardi di euro). La situazione attuale, tuttavia, non copromette solo le vendite del segmento luxury, ma in generale il business retail. In tutta Shanghai, spiega sempre Reuters, sono comparsi grandi cartelli con la scritta “saldi”. Per attirare clienti, brand come Lululemon e Victoria’s Secret offrono poi ulteriori ribassi all’interno. Inoltre, anche i fashion e-commerce faticano a smaltire l’eccesso di merce. “Questo ci ha colpito molto – ha dichiarato Josh Gardner, fondatore e CEO di Kung Fu Data, partner e-commerce per il mercato cinese di una decina di marchi di moda, tra cui G-Star Raw -. Ad aprile e maggio sulle piattaforme di e-commerce cinesi non si trovava una maglietta, avevamo esaurito le scorte estive, non c’erano prodotti. Ora tutti sono bloccati da un sacco di scorte che non riescono a spostare”.
A fare notizia, sempre per indiscrezioni apparse sull’agenzia di stampa internazionale, è anche l’ulteriore passo indietro di H&M in Cina. Il numero due del fast fashion ha infatti chiuso il suo più grande flagship store del Paese, situato appunto a Shanghai e riaperto da poco, dopo il lockdown. Il negozio è stato il primo H&M in Cina nel Gigante Asiatico e aveva aperto i battenti nel 2007. Da qualche giorno, il punto vendita, situato in Huaihai Road, ha vetrine oscurate, mentre manca il logo del gruppo sulla facciata.
La Cina, ricorda Modaes, è rimasta, almeno fino al quarto trimestre dello scorso esercizio, uno dei dieci maggiori mercati di H&M, con un fatturato di 7,26 miliardi di corone (976,7 milioni di euro) nell’ultimo full year. Gli store del colosso svedese nel Paese sono circa 400. Lo scorso maggio l’azienda ha chiuso anche un altro dei suoi negozi di riferimento nel Paese, situato in Nanjing Road, la principale via dello shopping di Shanghai.
Ad incidere su questa fase di revisione non è però solo la pandemia: negli ultimi anni H&M ha infatti subìto un significativo boicottaggio in Cina, in risposta alla sua decisione di non rifornirsi più di cotone dalla regione dello Xinjiang.