Sostanziale stabilità per il Q1 di Foot Locker, che nei tre mesi al 30 aprile scorso ha registrato un fatturato di 2,17 miliardi di dollari (pari a 2 miliardi di euro al cambio di oggi), a +1% year-over-year. Nel periodo l’utile è sceso da 202 a 133 milioni di dollari. I crescenti costi della logisitca e la ricorrenza di fasi promozioni hanno portato il margine lordo ad assottigliarsi di 80 punti base.
“Dopo i nostri solidi risultati del primo trimestre, la buona posizione in magazzino per il resto dell’anno e il rafforzamento delle nostre relazioni con i fornitori – ha commentato il CFO di Foot Locker, Andrew Page -, ora prevediamo di raggiungere la fascia alta della nostra previsione di ricavi e utili per il anno intero”. Il gruppo stima ora una flessione di solo il 4%, rispetto alle previsioni iniziali di una riduzione delle vendite di 6 punti percentuali. Gli adjusted earnings per l’intero anno sono attesi tra i 4,25 e i 4,60 dollari per azione.
Nei primi tre mesi dell’anno fiscale 2022, Foot locker ha aperto 24 nuovi negozi, ne ha ristrutturati o ampliati 23 e ne ha chiusi altri 67. Al 30 aprile, il gruppo aveva una rete di distribuzione di 2.815 negozi in 28 Paesi, a cui si affiancano 148 doors in franchising in Medio Oriente e Asia.
Tra le sfide destinate a cambiare l’offerta di Foot Locker nei prossimi mesi spicca la riduzione della presenza di Nike, che oggi arriva a rappresentare anche il 65% del mix di prodotti dell’insegna, riflesso dell’accelerazione direct-to-consumer (D2c) del colosso dello swoosh.