Condé Nast chiude i battenti di Vogue Russia. Dopo aver sospeso le operazioni editoriali a marzo, l’azienda ha adesso annunciato la chiusura del contratto di franchising della rivista nel Paese e la cessazione della pubblicazione a causa della guerra in corso in Ucraina e delle relative leggi sulla censura.
“L’escalation della severità delle leggi sulla censura, che hanno notevolmente ridotto la libertà di parola e punito i giornalisti semplicemente per aver svolto il loro lavoro, ha reso insostenibile il nostro lavoro in Russia”, riporta Vogue Business, riprendendo una dichiarazione inviata via email ai dipendenti globali di Condé Nast.
Condé Nast opera in Russia da oltre 20 anni, con titoli tra cui Vogue, GQ, GQ Style, Tatler, Glamour e AD. Per quanto riguarda il capitale umano, “circa il 10% del personale russo continuerà ad adempiere agli obblighi in sospeso – si legge sempre su Vogue Business – mentre al resto verranno offerti trattamenti di fine rapporto, benefici, assistenza ai dipendenti, programmi di ricollocamento e linee guida per la candidatura per posizioni aperte in altri mercati”.
“Quello che mi è pesato molto è il nostro staff che non ha scelto questa guerra, eppure continua a sopportarne alcune delle conseguenze – ha spiegato Roger Lynch, CEO dell’azienda -. Sono estremamente grato ai nostri team in Russia per i loro molti anni di dedizione nella creazione di grandi pubblicazioni che sono state all’altezza dei più alti standard di Condé Nast”.
L’industria della moda in generale si è ritirata dalle operazioni russe dopo l’invasione dell’Ucraina a vari livelli. Tra i vari editori, sempre a marzo ad esempio Hearst Magazines, che possiede Elle, Esquire, Harper’s Bazaar e Cosmopolitan, ha terminato i suoi accordi di licenza per le sue pubblicazioni russe.