La ripresa non c’è stata. Dopo il comprensibile tracollo degli investimenti pubblicitari dovuti all’emergenza sanitaria nel 2020, le aziende hanno ripreso ad acquistare pubblicità nel 2021 ma non sui magazine. Secondo un report americano di Interactive Advertising Bureau e PricewaterhouseCoopers, lo scorso anno il segmento ha visto un calo annuale del 5,4% della raccolta pubblicitaria a fronte di una ripresa generale negli altri media.
L’editoria era già in crisi prima della pandemia ma il Covid-19 ha peggiorato ulteriormente la situazione. Per correre ai ripari e diminuire i costo di produzione molte case editrici hanno puntato sul digital. Il colosso statunitense Dotdash Meredith ha cessato la pubblicazione delle testate InStyle, Entertainment Weekly, EatingWell, Health, Parents e People en Español prediligendo solo contenuti online, licenziano quindi 200 persone.
Riviste storiche come Vogue, Elle, Cosmopolitan, Vanity Fair e Allure hanno ridotto la propria frequenza in edicola. Intanto però il segmento dei quotidiani festeggia un incremento delle inserzioni del 3,6 per cento. Il report di Adb sottolinea inoltre che il digital advertising è aumentato del 35,4% year over year fino a toccare i 189 miliardi di dollari, la cifra più alta dal 2006. Ottimi segnali di ripresa anche per cinema (+61,8%), B2b (+43,3%) e musica (+32,4%).