Kiabi, il marchio di moda low cost per tutta la famiglia, ha archiviato il 2021 con un fatturato mondiale pari a 1,99 miliardi di euro, “recuperando – si legge nella nota – i livelli pre-pandemia del 2019 nonostante la chiusura per diverse settimane, nel primo trimestre dell’anno, di un gran numero di negozi in Francia e a livello internazionale, proprio a causa del Covid”. L’e-commerce ha rappresentato, in questo contesto, un canale strategico: “oggi -spiega Kiabi – il fatturato web vale tra il 15% e il 20 per cento”.
Attualmente Kiabi conta più di 500 negozi diretti (di cui 332 in Francia) con una presenza in 19 Paesi del mondo, e fin dal 2005 ha sviluppato una strategia di crescita basata anche sull’affiliazione commerciale (sono 172 i punti vendita affiliati). Lo sviluppo internazionale conta, in media, lo sbarco in cinque nuovi Paesi all’anno. In Italia, terzo Paese per importanza del business dopo Francia e Spagna, i negozi Kiabi sono 33, più uno in affiliazione commerciale, inaugurato nel 2020 a Catania. Il piano di sviluppo prevede l’apertura di 15 negozi affiliati nei prossimi tre anni.
L’obiettivo di Kiabi è realizzare, entro il 2025, tutte le collezioni uomo, donna e bambino con materiali più sostenibili per apportare la proprio impronta sul fronte dell’eco-sostenibilità.