Si chiama Roots ed è la collezione con cui Latorre celebra il legame con la Puglia, terra di origine del brand, ma anche segnale di ripartenza dopo le difficoltà connesse alla pandemia Covid-19. L’A/I 2022-23 di Latorre conferma l’attenzione dell’azienda di Locorotondo per l’ambiente: creare in modo sostenibile è da anni un obiettivo primario per il marchio che dalla propria terra, la Valle D’Itria, trae energie, ispirazione e risorse. Latorre ha convertito la propria sede rendendola quasi del tutto autosufficiente a livello energetico; a inizio anno, inaugurando una nuova ala produttiva, ha investito nell’acquisizione di un terreno limitrofo e piantato 300 nuovi ulivi, in modo da “restituire alla natura” fonti vitali che molte volte la filiera della moda, con la sua produzione, impoverisce. “Anche le materie prime scelte per la collezione – ha raccontato Alberto Latorre, direttore commerciale del brand – vanno in questa direzione, puntando su cashmere riciclato, fibre naturali o jersey ottenuto da filati di recupero. Abbiamo poi tolto la plastica primaria da grucce e materiali da imballo”.
Cuore della nuova collezione sono i capispalla: la giacca sartoriale Latorre in versione doppiopetto, il trench, il cappotto sfoderato, fino ad arrivare al nuovo modello bomber. L’omaggio al territorio è riscontrabile nelle quattro nuances in cui i capi vengono declinati: il verde degli ulivi secolari, il blu del mare, il marrone della terra arsa dal sole e la tonalità beige tipica della pietra leccese. Parte del ricavato dei modelli di punta della collezione A/I 2022-23 sarà devoluto ad associazioni che si occupano di riforestazione.
“La nostra quota export è pari al 50 per cento – ha continuato Latorre -. Pur riconoscendo il valore del mercato italiano, vogliamo far crescere il peso dell’estero. Negli Stati Uniti abbiamo grande margine di crescita, così come in Giappone e Corea. Consolideremo inoltre i mercati dell’Ex Unione Sovietica, fondamentali per Latorre”.
“Il 2021 – ha concluso il manager – è stato un anno a due velocità. A inizio anno i rivenditori hanno limitato gli ordini per la grande incertezza legata alla pandemia. Il secondo semestre è stato invece all’insegna dell’accelerazione, con il ritorno agli acquisti e, cosa importante per il segmento formale, alle cerimonie. In questa seconda fase abbiamo saputo far fronte alle richieste del mercato: questo è stato possibile perché abbiamo una produzione interna e italiana al 100 per cento”. Latorre oggi presidia il canale wholesale. Entro la fine dell’anno l’azienda debutterà nell’e-commerce.