Anche la moda è tra le filiere strategiche individuate dal Pnrr. Gli investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza per sostenere i settori industriali del Paese, tra crediti di imposta e contratti di sviluppo, dovrebbero valere un totale di 2,2 miliardi di euro complessivi.
In particolare, sei filiere strategiche sono state ammesse alla dote da 750 milioni di euro, si legge nella nota ministeriale, destinati a “progetti di investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività delle filiere del made in Italy e 1 miliardo di euro per rafforzare gli investimenti, anche in ricerca e innovazione, sulle principali filiere della transizione ecologica, favorendo anche i processi di riconversione industriale con la costruzione di ‘gigafactory’ per realizzare batterie e pannelli fotovoltaici e per l’eolico”.
Come riporta Il Sole 24 Ore, ai settori di design-moda-arredo, automotive, microelettronica-semiconduttori e metalli-elettromeccanica è destinato il 60% delle risorse, ovvero 450 milioni. Il restante 40%, invece, confluirà in chimica farmaceutica e agroindustria. Il Mise ha in programma di finalizzare tra i 40 e i 45 contratti tra finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto.
Escluse dai 750 milioni di finanziamenti, le attività connesse ai combustibili fossili, quelle che generano emissioni di gas a effetto serra non inferiori ai parametri di riferimento e le realtà il cui smaltimento dei rifiuti potrebbe essere dannoso per l’ambiente. L’obiettivo, quindi, come ha spiegato il ministro Giorgetti, è quello di fare investimenti che puntino ad “accrescere la competitività del sistema produttivo italiano all’interno delle filiere europee a più alto valore tecnologico e industriale”.