Il lusso di Hermès si porta oltre i livelli pre-Covid e conferma la sua appetibilità internazionale anche nel terzo trimestre dell’anno, che batte le stime del mercato, pur evidenziando un lieve rallentamento rispetto al Q2. La maison parigina ha archiviato i tre mesi alla fine di settembre con ricavi per oltre 2,3 miliardi di euro, in progressione del 31% a cambi costanti (+40% sul 2019, precisa la nota di Hermès), beneficiando di una ripresa delle vendite in Europa, di un’accelerazione in America e di una “dinamicità sostenuta” in Asia.
Nel Q1 e nel Q2 la griffe di rue du Faubourg Saint-Honoré aveva evidenziato un incremento del 33 per cento.
Per il Q3 di Hermès il consensus Ubs aveva stimato un balzo del 21 per cento. Per un confronto, gli altri due giganti del lusso francese, Lvmh e Kering, hanno rispettivamente segnato, nel terzo trimestre, un +20% (+11% sul 2019) e un +12,6% (+10% sul 2019).
Nei primi nove mesi dell’anno, i ricavi del gruppo guidato da Alxel Dumas superano i 6,6 miliardi di euro, in crescita del 57% a cambi costanti e del 54% a cambi correnti rispetto allo stesso periodo del 2020. Il balzo su due anni è del 35 per cento.
Guardando nel dettaglio ai diversi mercati, Hermès incassa ovunque un segno più: Asia, escluso il Giappone, a +63% (+69% sui due anni, anche grazie a nuovi opening nell’Ex Celeste Impero, ultimo quello di Shenzhen); Giappone +35%; America a +85%; Europa, tolta la Francia, a +45%; Francia a +40 per cento. La dinamica di crescita, infine, coinvolge tutte le categorie di prodotto, sia rispetto al 2020 sia rispetto al 2019.
Le aziende del lusso, riflette Reuters, si sono riprese dalle ricadute dell’emergenza sanitaria, sollevate dalla forte domanda di prodotti di fascia alta in un momento in cui le restrizioni vengono meno e i consumatori tornano a socializzare. Tuttavia, lo shopping dei turisti in viaggio (una fonte chiave di entrate per il settore) rimane limitato, e la ripresa dei casi di Covid-19 in Asia, durante l’estate, ha pesato sulla crescita.
Nella conference call con gli analisti, il finance chief di Hermès, Eric du Halgouët, ha allontanato, per ora, timori sulla Cina, il più grande mercato per il settore, affermando che il traffico dei negozi, la percentuale di persone che lasciano gli store con un acquisto concluso e la somma media spesa nelle boutique di Hermès in tutto il mondo erano voci in aumento nel quarter in oggetto. Ad oggi non ci sarebbero quindi ricadute rispetto ai piani del governo cinese per ridurre il divario di ricchezza nel Paese.
“La performance del terzo trimestre riflette un anno atipico – ha concluso Dumas, executive chairman di Hermès -, durante il quale continuiamo i nostri investimenti strategici e acceleriamo la creazione di posti di lavoro. In un mondo che rimane instabile, l’equilibrio tra i nostri sedici métiers e la nostre presenza globale, ci consentono di andare avanti con ottimismo e cautela, continuando a creare oggetti belli, di alta qualità e sostenibili”.