Si moltiplicano i sistemi che i colossi dell’e-commerce e del fintech mettono in campo per semplificare le transazioni, nell’interesse di consumatori e retailer. L’obiettivo? Maggiore rapidità, efficacia e sicurezza.
Oltre all’evidente crescita delle funzioni e-commerce, accelerata dalla pandemia, il panorama dei metodi di pagamento registra una serie di rapidi cambiamenti. Con una direttrice chiara all’interno dei negozi: la preferenza per soluzioni cashless e smart. Soluzioni che stanno conquistando terreno anche in Italia.
NOVITÀ ALL’ITALIANA
Più del 63% dei pagamenti degli italiani vengono effettuati attraverso soluzioni cashless, la quasi totalità (95%) della popolazione utilizza le carte, mentre il 29% è già orientato verso i nuovi smart payments, quali digital wallet e app. Non solo, ben l’80% del campione sostiene di preferire in senso assoluto i metodi di pagamento diversi dal contante, giudicati più comodi, veloci e sicuri. E nel futuro? Continueranno a crescere i metodi digitali, anche se solo il 14% pensa che il contante sparirà del tutto. È questa la fotografia scattata dall’indagine di Ipsos realizzata per Adyen, piattaforma di pagamento internazionale che gestisce le transazioni di brand come Spotify e Microsoft, nonché di maison del made in Italy tra cui Prada, Ferragamo e Brunello Cucinelli. “La pandemia ha segnato un punto di svolta epocale, velocizzando la diffusione dei metodi di pagamento digitali e cashfree da parte dei consumatori su tutto il territorio nazionale”, commenta Philippe De Passorio, Country Manager di Adyen Italia, sottolineando che dalla ricerca non emergono differenze sostanziali tra regioni o piccoli e grandi centri. È durante questo periodo, infatti, che i consumatori hanno potuto maggiormente apprezzare le nuove modalità di acquisto e pagamento, più affini al loro stile di vita. Un processo di digitalizzazione accelerata che ha portato risultati importanti anche per il business di Adyen. A livello globale, nel 2020 la piattaforma ha registrato ricavi netti per 684 milioni di euro, in crescita del 28% rispetto all’anno precedente. “Al di là dell’emergenza sanitaria – aggiunge De Passorio –, riteniamo che in Italia il processo di digitalizzazione dei processi di vendita e pagamento sia destinato a crescere, spinto dalle nuove esigenze di consumo che richiedono esperienze di acquisto sempre più fluide, a metà strada tra il negozio fisico e l’online”. Una motivazione su tutte: il cliente odierno “non ragiona in ottica di canali, ma di desideri. È il paradigma dell’omnicanalità che diventa il ‘new normal’”.
SHOPPING A RATE
Tra i protagonisti di questo trend, gli split payments, metodi di pagamento frazionato che stanno prendendo sempre più piede anche nel Belpaese. Ne è un esempio Scalapay, fintech guidata da Simone Mancini che, nel 2019, ha lanciato in Italia il sistema di pagamento ‘compra ora, paga dopo’, una formula che consente di acquistare beni e servizi su piattaforme di e-commerce o in negozi convenzionati dilazionando il pagamento in tre rate senza interessi. Il meccanismo è semplice. Un’ipotetica spesa da 90 euro effettuata oggi viene suddivisa in tre tranche: il cliente paga subito 30 euro; altri 30 euro tra un mese; e i restanti 30 euro tra due mesi. Il costo del servizio è totalmente gratuito per l’acquirente e viene finanziato da una commissione applicata ai venditori che, in cambio, incassano immediatamente l’intero importo della transazione. A credere nella potenzialità del mercato nostrano è anche Clearpay, la società fondata da Nick Molnar e Anthony Eisen nel 2014 e conosciuta come Afterpay al di fuori dell’Europa. Sbarcata lo scorso marzo in Italia, Clearpay è la soluzione di pagamento che permette ai consumatori di pagare in quattro rate nel tempo a interessi zero su siti e-commerce di moda, bellezza e lifestyle. Un focus settoriale testimoniato anche dagli accordi di partnership sottoscritti con la New York Fashion Week, la London Fashion Week, l’Australian Fashion Week e AltaRoma per la Fashion Week di Roma. “Si tratta di settori ad alta ripetitività di acquisto, di interesse per il nostro target”, afferma Federica Ronchi, country manager di Clearpay Italia. A desiderare modalità più convenienti per comprare online, che non comportino un indebitamento di lunga durata, preferendo le carte di debito rispetto alle carte di credito, sono prevalentemente Millennials e GenZ. “I giovani chiedono strumenti di pagamento agili che li aiutino a gestire le proprie finanze senza incorrere in costi aggiuntivi, e questo trend si sta diffondendo anche in Italia”, precisa. Ma a giovarne non sono soltanto i consumatori, bensì anche i brand affiliati. Per i rivenditori, Clearpay genera infatti un aumento medio del tasso di conversione del 22%, una crescita del ticket medio dal 20% al 40% e una riduzione del tasso di abbandono del carrello, oltre a una maggior fidelizzazione dei clienti e alla riduzione dei loro tassi di reso. Inoltre, rivela Ronchi, “la soluzione Clearpay funziona come un ‘Marketing Engine’: i brand e retailer che includono Clearpay tra le forme di pagamento hanno accesso a un ampio e crescente segmento di acquirenti. Clearpay porta traffico organico fortemente qualificato sugli store dei propri partner, incrementando la loro customer base”. Una risposta ai desideri espressi dai retailer italiani. Secondo uno studio di mercato condotto all’inizio di quest’anno da Casaleggio Associati e sponsorizzato da Klarna, la sfida del cambiamento si riflette anzitutto nella strategia digitale, votata al raggiungimento di tre obiettivi: l’acquisizione di nuovi clienti (34%), la fidelizzazione degli attuali (27%) e l’aumento dell’awareness (19%). Obiettivi che, con oltre 90 milioni di utenti attivi a livello globale, 2 milioni di transazioni al giorno e più di 250.000 retailer globali, Klarna mira a soddisfare. E i risultati non mancano. Grazie a una crescita diffusa in tutti i mercati, nel primo trimestre del 2021 la fintech attiva in 17 Paesi ha, infatti, raggiunto i 18,9 miliardi di dollari di fatturato lordo per merchandise, contro i 9,9 miliardi registrati nei tre mesi inaugurali del 2020. Anno in cui, riporta lo studio, il fatturato e-commerce in Italia è stato stimato in 48,25 miliardi di euro, valore appena impattato dalla pandemia.