Rispondere alle richieste sempre più rapide dei clienti attraverso una struttura sostenibile e all’avanguardia, continuando a salvaguardare l’eccellenza dei propri prodotti, 100% Made in Italy. La ricetta di Bonaudo per continuare a rivestire un ruolo di primo piano nella filiera della pelle.
Affrontare la ripresa rimanendo fedeli alla qualità consolidata nel tempo o sfruttare la crisi per evolvere i paradigmi di business, abbracciando il cambiamento. Per Bonaudo non si è trattato di un bivio, ma di una strada a doppia corsia. La conceria specializzata nelle forniture di pelli per il top di gamma ha, infatti, retto alla crisi economica indotta dall’emergenza sanitaria archiviando il 2020 con un calo di fatturato su base annua di circa il 20 per cento. Numeri che, considerato l’anno nefasto per la filiera della moda, appaiono rassicuranti e consentono ai vertici del gruppo di guardare con fiducia al prossimo futuro. “Come quasi la totalità delle aziende, eravamo impreparati a un evento di tale portata. Tuttavia, non lo eravamo a reagire al cambiamento – commenta il presidente e amministratore delegato Alessandro Iliprandi –. Ci siamo presentati sani alla crisi, con un’ottima clientela, composta dai maggiori brand del lusso, che ci hanno dato fiducia e hanno concentrato le proprie produzioni, seppur chiaramente di quantità inferiori, presso aziende che, come la nostra, sono state in grado di assicurargli maggiore qualità e serietà”.
Costanza qualitativa e relazioni solide con i propri clienti, sostenute dalla disponibilità di strutture moderne e impianti attrezzati, a cui la proprietà ha deciso di riservare importanti investimenti. “In questo anno e mezzo – prosegue Iliprandi – ho ritenuto che la strategia più corretta fosse quella di rinforzare gli investimenti sulle linee di produzione, perché sono fiducioso che quando il mercato ripartirà in maniera più strutturale e organica bisognerà farsi trovare pronti”. Con una sapiente gestione sul lungo periodo, la solidità finanziaria è dunque rimasta intatta. E ora si tratta di attendere la chiusura dell’anno per ripristinare i consueti flussi produttivi. “Stiamo recuperando posizioni e per la fine del 2021, o al più tardi l’inizio del 2022, prevediamo di ritornare ai livelli del 2019 – è il pronostico dell’AD, che dal 1994 tiene le redini del gruppo –. Al momento, infatti, non stiamo ancora assistendo a una ripresa generalizzata, perché diverse aziende si sono ritrovate con grandi scorte di magazzino”.
Nel frattempo, per intercettare la ripresa, Bonaudo punta non solo sull’ampliamento della gamma di prodotto, ma anche sul perfezionamento del servizio, “sartoriale”, per rispondere alle richieste dei clienti che sempre più spesso desiderano articoli customizzati e su misura, consegnati in tempi rapidi. Il tutto, senza perdere di vista il controllo della filiera e una gestione oculata dei processi di acquisto, che garantiscono alla clientela una produzione sostenibile e tracciata. “Abbiamo avviato vent’anni fa un processo di rinnovamento totale dell’azienda in una direzione che una volta veniva definita ‘ecologica’, oggi ‘sostenibile’”, spiega Iliprandi, che ha fatto della sensibilità alle problematiche dell’impatto ambientale un valore imprescindibile nella costruzione dei siti produttivi, situati in Veneto, Lombardia e Toscana. “Bonaudo è sicuramente all’avanguardia da questo punto di vista e il nostro lavoro non potrà che essere sempre più apprezzato perché è, di per sé, ‘green’ – aggiunge, definendosi un’industriale dall’animo artigianale –. Basti pensare che prendiamo un prodotto di scarto della macellazione e lo trasformiamo in un prodotto di lusso”.
Una posizione sostenuta, ricorda l’AD, anche dal governo italiano. È entrato, infatti, in vigore il Decreto Legislativo n. 68 del 9 giugno 2020 che stabilisce il vero significato della parola ‘ecopelle’. Questo termine, che fino a poco tempo fa ingannava e confondeva il consumatore, oggi può essere utilizzato solo per indicare i derivati da spoglie animali, ossia per la vera pelle a ridotto impatto ambientale e non per materiali sintetici o nati dal petrolio come le materie plastiche.