Pitti Immagine tira le somme della prima edizione in presenza dopo l’emergenza sanitaria. Venerdì scorso, a poche ora dalla chiusura ufficiale della manifestazione, sono stati comunicati i dati di affluenza. Dal 30 giugno al 2 luglio, la Fortezza da Basso di Firenze ha raggiunto circa 6mila operatori, di questi i buyer sono stati oltre 4mila, con una percentuale complessiva di compratori esteri di poco inferiore al 30%, tutti intervenuti per la centesima edizione di Pitti Uomo cui si è affiancato anche Pitti Bimbo. Sono stati 338 i brand maschili che hanno partecipano sia in Fortezza sia su Pitti Connect; 57 i brand solo sulla piattaforma digitale per un totale di 395 adesioni, di cui il 28% proveniente dall’estero. Sono stati 113 i brand kidswear in totale, di cui 68 provenienti dall’estero, il 60% del totale, 71 i brand che hanno partecipano sia in Fortezza sia su Pitti Connect, 42 i brand solo su Connect.
Oltre che dai Paesi europei (Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Austria, Olanda, Belgio, Russia, Polonia, Grecia e Portogallo in testa), sono arrivati compratori dagli Stati Uniti, come testimonia la presenza di noti department store come Bergdorf Goodman e Neiman Marcus, da Canada e Turchia, e hanno partecipato anche i rappresentanti europei dei principali department store e gruppi retail di Cina, Hong Kong, Giappone e Corea, Paesi dai quali ancora non è possibile spostarsi. Presenti in fiera oltre 700 giornalisti, di cui circa 300 dall’estero.
La 97esima edizione di Pitti Uomo, l’ultima svoltasi in presenza dal 7 al 10 gennaio 2020, aveva visto l’ingresso di 21400 buyer, di cui 8.300 esteri.
Pitti Filati, svoltasi dal 28 al 30 giugno alla Stazione Leopolda, assieme a Vintage Selection, ha invece registrato la presenza di oltre 1.700 buyer e operatori del settore (tra i primi spiccano le presenze francesi, tedesche e statunitensi).
“Abbiamo fatto lavorare circa diecimila persone in totale sicurezza in questa settimana – dichiara Raffaello Napoleone, AD di Pitti Immagine – e questo è il primo grande risultato che voglio mettere in evidenza. I saloni Pitti sono stati i primi, tra i grandi appuntamenti internazionali della moda, a riaprire. Abbiamo fatto da apripista e da modello. Stazione Leopolda per Pitti Filati, poi Fortezza da Basso per Pitti Uomo e Pitti Bimbo, sono stati gli spazi fisici e insieme i luoghi simbolo di una ripartenza della moda agognata davvero da tutti: espositori, compratori, giornalisti e ovviamente noi organizzatori, insieme a tutti coloro i quali concorrono alla realizzazione e al buon funzionamento dei saloni Pitti, inclusi i servizi cittadini. In genere non indulgo a sentimentalismi, ma se c’è stata una cifra speciale per i giorni di fiera che si concludono oggi, è la combinazione di voglia, determinazione, piacere di tornare a confrontarsi di persona, di misurare nuovamente se stessi e gli altri, clienti e colleghi, di scambiare idee e commenti, persino di condividere le difficoltà vissute e che ancora si fanno e si faranno sentire, insieme alla riaffermazione di un amore intatto per il lavoro attraverso la presentazione delle nuove collezioni. I dati sulla partecipazione dei compratori vanno letti in questo contesto, dove qualità, motivazione e concentrazione sono stati gli elementi più sottolineati dagli stessi espositori”.
Tra le proposte speciali che hanno spiccato durante la manifestazione c’è stato il progetto Sustainable Style a cui è stata dedicata una sezione espositiva e una sfilata. Ha lasciato il segno tra gli addetti ai lavori la performance intensa del giovane designer sudafricano Thebe Magugu. Focus di questa edizione anche la collaborazione con il prestigioso Lvmh Prize, i live shooting realizzati in Fortezza e il programma di incontri e conversazioni con il sostegno di Unicredit.