Sono sempre di più le startup che scelgono di attivare finanziamenti partecipativi anziché fare ricorso a banche o fondi di private equity. E, nonostante la pandemia, nell’ultimo anno quelle hi-tech italiane hanno raccolto quasi 700 milioni di euro.
Dalla startup innovativa rivolta alle adolescenti che grazie all’intelligenza artificiale risolve il problema dell’outfit da indossare empatizzando con l’utente, alla realtà milanese protagonista del mondo del fashion renting di abiti e accessori di alta moda femminile. Pambianco Magazine ha raccolto le testimonianze di alcuni startupper che, nel corso del 2020, sono ricorsi a campagne di equity crowdfunding per raggiungere i propri obiettivi di crescita e conquistare nuovi mercati. Un trend confermato peraltro anche da Startupbootcamp e dal suo programma di accelerazione verticale per il settore della moda e del tessile lanciato nel 2019 a Milano.
GAIA: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE FEMMINILE CHE CONSIGLIA COME VESTIRSI
La passione per la moda della diciasettenne romana Arianna Pozzi l’ha portata ad aprire nel 2018 Gaia, piattaforma digitale che attraverso l’utilizzo di tecnologie di Artificial Intelligence si pone nei confronti dell’utente come un’amica fidata esperta di moda in grado di proporre outfit personalizzati basati sui gusti e desideri degli utenti, selezionandoli dalle proposte di moda dei brand e dai trend del momento. Lanciata poi al pubblico a marzo 2020, in piena pandemia, grazie a una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma BacktoWork, la startup fashion tech ha da subito ottenuto un incredibile successo che ha visto circa 16.000 utenti registrarsi sulla piattaforma gaiamyfriend.com e la definizione di importanti partnership fra cui quella con Yoox. “Per implementare la nostra roadmap avevamo bisogno di fondi e il crowdfunding ci è sembrata l’alternativa più adatta per il nostro stadio di sviluppo e per il modello di business, permettendoci anche di aumentare l’awareness dell’azienda”, racconta la giovane startupper a Pambianco Magazine. “Abbiamo fatto le prime call con BacktoWork in estate per capire se fossimo idonei alla creazione di una campagna di crowdfunding sulla loro piattaforma. Poi a settembre siamo partiti operativamente con le varie attività propedeutiche al lancio: preparazioni di documenti, call con investitori e la registrazione del video. La campagna è andata online a metà novembre”. E per quanto riguarda i vantaggi del crowdfunding, “sono molti, in particolare permette di coinvolgere molti investitori che possono condividere la crescita di Gaia anche con investimenti limitati”.
La funzionalità principale di Gaia è Ask, che permette all’utente di farsi consigliare l’outfit da parte dell’amica virtuale sia con i propri prodotti caricati nell’armadio virtuale sia con outfit che si possono acquistare. La piattaforma ha infatti stretto affiliazioni con Yoox, Shein, Zalando e Asos che permettono all’utente, una volta consigliato l’outfit, di comprare gli abiti che preferisce. Attraverso la seconda funzione, Gossip, un utente può mostrare alla community i propri abiti, ricevere e dare feedback basati sulle emozioni che questi suscitano e capire pertanto come viene percepito dalla community. Infine, la terza funzione, denominata Shop, uscirà nei prossimi mesi e si tratterà di una funzione gaming che permetterà agli utenti di ringraziare l’amica Gaia regalandole abiti virtuali (virtual goods) da farle indossare per poi mostrarla alla community. I virtual goods saranno realizzati sia da stilisti emergenti sia dai brand. “Questo è un aspetto che nella moda si afferma sempre più, moltissimi brand noti a livello mondiale si stanno approcciando a questo mondo e Vogue ha definito il Digital Clothing la prossima frontiera del fashion”, spiega Arianna. “Nel mese di aprile, poi, rilasceremo un restyling completo della piattaforma, che migliorerà sia lo stile, sia la user experience. A seguire rilasceremo anche il marketplace di Gaia che sarà principalmente dedicato ai brand e stilisti emergenti che creano prodotti ecosostenibili: il futuro della moda è green!”. In questo percorso la giovane liceale è stata supporta da un team di professionisti ed esperti, tra i quali i professori di Roma3 Francesco Riganti e Antonino Laudani, che si occupano dell’Intelligenza Artificiale, dal CTO Massimo Nicolardi che ha sviluppato sia il sito che l’app di Gaia (disponibile per Android e Ios) e da Elena Viezzoli e Michele Monaco che supportano Gaia lato business development. “Inoltre, mio padre Fabrizio mi ha sempre supportata, e direi anche sopportata, nel mio percorso imprenditoriale”, aggiunge Pozzi. “Per me è stato inoltre molto importante il percorso di accelerazione intrapreso con Startup University. In questo periodo siamo anche affiancati da esperti del mondo startup su vari aspetti per accelerare la crescita di Gaia”. Con riferimento al futuro, la founder racconta che “nei prossimi anni vorremmo espanderci in Europa e successivamente anche nel resto del mondo, e poi vorremmo inoltre lanciare dei prodotti a marchio Gaia”.
DRESSYOUCAN: IL FASHION RENTING ALLA CONQUISTA DEL MERCATO INTERNAZIONALE
A BacktoWork si è affidata anche DressYouCan, realtà milanese protagonista del mondo del fashion renting di abiti e accessori di alta moda femminile, fondata nel 2015 da Caterina Maestro. La sua prima campagna di equity crowdfunding, che si è da poco conclusa con la raccolta di quasi 150mila euro in adesioni, è nata dal desiderio di continuare a crescere e raggiungere nuovi mercati, ampliando sempre di più quell’armadio collettivo rappresentato dal proprio catalogo online. E per una startup che fa della sharing economy il proprio punto di forza, non poteva che essere il crowdfunding il modo migliore per raggiungere nuovi traguardi. “Una scelta strategica di marketing prima ancora che di ‘cassa’ – rivela la fondatrice e CEO –: dopo aver riflettuto a lungo sulle varie possibilità per il nostro futuro ci siamo infatti resi conto di come scommettere sulle nostre utenti fosse la via per dimostrare come, sebbene il bisogno che soddisfiamo non sia ancora universalmente riconosciuto come indispensabile e quotidiano all’interno del mondo ‘ufficiale’ del fashion, esso rappresenti in realtà l’esigenza insoddisfatta di un’utenza che nutre crescente consapevolezza per una moda più ‘inclusiva’ e sostenibile. Esigenza che si è confermata avvertita anche da tutti gli investitori istituzionali che hanno scommesso sul fashion renting e dunque su DressYouCan, riconoscendovi un servizio mancante e indispensabile”. La campagna è arrivata in un momento molto particolare, ma ha trovato proprio nei mutamenti in atto terreno fertile: i mesi di quarantena hanno, infatti, modificato le abitudini di acquisto, ampliando la capillarità dell’online. Per DressYouCan, che ha nel frattempo avviato la totale digitalizzazione del servizio, il 2020 ha significato ordini online triplicati e visibilità sui social network in aumento del 424% anno su anno. Ora, scalabilità e redditività dovranno basarsi sull’eccellenza operativa e sulla previsione del comportamento dei consumatori. In quest’ottica, i fondi raccolti attraverso la campagna di crowdfunding “saranno quasi equamente distribuiti fra attività di marketing, IT development, employees e inventory”, spiega Maestro. “Lo sviluppo di una strategia di marketing digitale è il fulcro dei nostri investimenti e consiste in tutte quelle attività rivolte a migliorare la piattaforma e-commerce e il sito web attuale, a integrare sistemi di indicizzazione intelligente, servizi di chat e help desk per un’assistenza real time. Insomma, vogliamo rendere il nostro servizio sempre più immediato ed essere più vicine alle nostre clienti”, conclude.
L’INNOVAZIONE È DI MODA CON STARTUPBOOTCAMP FASHIONTECH
Sono sempre di più le startup che scelgono di attivare una raccolta fondi, anziché fare ricorso a banche o fondi di private equity. Lo conferma Nazzareno Mengoni, co-founder di Startupbootcamp Italia, uno dei principali acceleratori di startup al mondo attivo in diversi settori, tra cui servizi finanziari, energia, salute, media, commercio, con 15 hub presenti in tutti i continenti, un totale di 20mila candidature annuali e un portafoglio di investimenti in oltre mille aziende. Per FashionTech, il suo primo programma di accelerazione verticale dedicato alla moda e al tessile, Startupbootcamp ha scelto Milano come luogo principe per favorire l’incontro e la sinergia tra startup ad alto potenziale e aziende leader del settore. “Il progetto ha da poco terminato il secondo ciclo di accelerazione e sono ormai 20 le startup internazionali che abbiamo accelerato – su un totale di oltre 2.000 selezionate da circa 40 Paesi nel mondo – che rispondono alle attuali sfide della moda con soluzioni e nuovi modelli di business”, afferma Mengoni. Il motivo della rapida ascesa del crowdfunding? Per Mengoni si spiega così: “il supporto bancario, attraverso il sistema dei mutui, costringe le startup a rallentare la propria crescita”. La presenza, invece, di un investitore corrisponde “non solo a un nuovo partner economico che ti supporta economicamente nello sviluppo, ma anche a un nuovo socio che crede nel tuo stesso progetto”. Per questo, emerge l’urgenza di creare un ecosistema economico solido e coerente. “Dobbiamo unire la filiera degli operatori di innovazione e aggregarci per affrontare le sfide internazionali in un mercato globale – esorta Mengoni, che rivela di essere al lavoro per unire l’acceleratore di startup al mondo degli investitori attraverso un progetto strutturato –. Dobbiamo andare nel mercato con tutta la catena del valore dell’innovazione dove l’acceleratore supportato da investitori fa scouting e seleziona le migliori startup, le cresce, le migliora e le avvia a collaborazioni con le aziende, oltre a offrirle al network di investitori, tra i quali anche chi fa crowdfunding”.
di Giorgia Ferrais e Giulia Mauri