È la nuova stampa, bellezza. E va pagata. Sempre più testate americane stanno approcciando il metodo paywall per la fruizione dei contenuti digitali. Con il costante calo delle inserzioni pubblicitarie, gli editori fanno perno sulla lealtà dei lettori online che, oltre agli aggiornamenti live, sono sempre più propensi ad approfondire in rete attraverso contenuti che nulla hanno da invidiare alle pubblicazioni in edicola.
Time ha appena pubblicato una lettera in cui annuncia il lancio di un abbonamento digitale mensile al costo di 2,99 dollari. “Vi garantirete di poterci permettere di produrre ottimo giornalismo su tutte le piattaforme per altri 100 anni”, ha spiegato il direttore e CEO Edward Felsenthal. Il paywall scatterà dopo la lettura gratuita del quarto articolo mensile. Parallelamente è stato presentato un pacchetto che comprende sia l’abbonamento al magazine cartaceo sia ai contenuti online per 12 dollari a trimestre. Attualmente, riporta Wwd, Time conta 2 milioni di abbonati tra la rivista cartaceo e il magazine Time for Kids.
In contemporanea, questa settimana anche Sports Illustrated ha annunciato un abbonamento digitale mensile del costo di 5,99 dollari (aggiungendo la versione cartacea si arriva a 7,99 dollari). Il magazine ha spiegato con chiarezza ai lettori: “Internet è cambiato, i consumatori comprensivi sanno che la qualità dei contenuti digitali meritano il vostro tempo e anche il vostro supporto. Vogliamo costruire il tipo di connessione, lealtà e verità con la nostra audience digitale così come da tempo abbiamo fatto con quella analogica”.
Due testate moda si aggiungono alla sempre più folta schiera di magazine che hanno abbracciato questo sistema di abbonamento. Lo scorso anno, Hearst ha dato vita al modello paywall per Cosmopolitan, Popular Mechanics e Men’s Health. Programmi simili sono stati creati per Good Housekeeping, Women’s Health e Bicycling.
Condé Nast aveva fatto da apripista con il paywall legato a The New Yorker nel 2014, replicato dopo 4 anni anche per Wired e Vanity Fair. The Financial Times ha riportato che probabilmente a breve si aggiungerà anche una formula a pagamento per Bon Appétit.