Geox chiude il 2020 in calo rispetto alle attese. Secondo i dati preliminari, il gruppo calzaturiero veneto archivia l’anno con ricavi in calo a 534,9 milioni di euro (-33,6% a cambi correnti, -33,0% a cambi costanti) come conseguenza delle chiusure temporanee per la pandemia e della razionalizzazione distributiva attuata dall’azienda. E ridefinisce le proprie strategie nel segno dell’omnicanalità tagliando 110 negozi diretti nel periodo 2021-23 per un mancato incasso (stimato su dati 2019) di circa 65-70 milioni di euro. È di alcuni giorni fa la notizia della chiusura del flagship store milanese di via Torino.
Il canale online diretto è rimasto sempre pienamente operativo e ha mostrato una costante e robusta crescita in tutti i trimestri, riportando a fine anno una performance superiore al 40 per cento.
Il canale franchising, attraverso il quale Geox realizza l’8,1% del business, ha fatto i conti con una diminuzione del 48,9%, scivolando da 84,3 a 43,1 milioni.
Da un punto di vista geografico, l’Italia (che equivale al 23,4% dei ricavi) è scesa da 228,5 a 124,9 milioni di euro (-45,3%), con un -48,9% nell’ultimo trimestre. Nell’anno le chiusure nette sono state 46, pari al 17% del perimetro. In controtendenza, l’online ha messo a segno un +79 per cento. L’Europa (46,8% del fatturato) ha visto le vendite cedere il 27,3%, da 344,3 a 250,3 milioni di euro, e del 34,6% da ottobre a dicembre. Marginale il ruolo del Nord America (4,6% dei ricavi), ma con un forte decremento annuale nel canale fisico: -46,4%, in parte controbilanciato dal +28% dell’online.
Nel complesso il gruppo ha riportato risultati negativi in tutti i mercati, a accezione della Cina, dove le vendite comparabili nei negozi diretti sono passate dal -50% del primo trimestre al +4% nel quarto trimestre, e della Russia, cresciuta del 5% negli ultimi tre mesi 2020.
La collezione bambino ha “registrato buoni risultati di vendita” nel 2020, “sia online che nel canale multimarca”, premiata come miglior insegna di calzature in Italia per esperienza d’acquisito a seguito di un ricerca sviluppata da Ipsos e Largo Consumo.
La posizione finanziaria netta a fine anno è stata negativa per 99,8 milioni di euro, sebbene in miglioramento di 6,5 milioni rispetto a dicembre 2019.