Troppo bianca. Troppo casual. Troppo disordine. Il numero di febbraio di Vogue Us ha una cover star d’eccezione, la nuova vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Anna Wintour, editor in chief della testata di Condé Nast, ha subito colto la palla al balzo celebrando la prima donna, nonché prima asioamericana, a ricoprire l’importante incarico governativo. Scorrendo però i commenti sui social legati alle due copertina (una per il formato cartaceo, l’altra per la versione digital) si leggono soprattutto critiche e disappunto. Molti utenti lamentano che Harris sia stata vittima di ‘whitewashing’, uno sbiancamento innaturale della sua pelle che non riporterebbe più i tratti originali. Si leggono accuse dirette alle immagini come ‘Kamala’s Beautiful skin is completely washed out in that photo’ oppure ‘This is a terrible photo of a gorgeous, powerful, brilliant and inspirational woman. Shame on you Vogue – do better by black women’.
Tanti si congratulano per la scelta di dedicare a Harris la copertina, ma, allo stesso tempo, molti sottolineano la mancanza della tipica eleganza che ha contraddistinto gli scatti di donne del calibro di Michelle Obama e Hillary Clinton, entrambe ritratte in pose e abiti più istituzionali. Nella foto della versione cartacea, la vice presidente indossa un tailleur pantalone e calza un paio di Converse Chuck Taylor in tela. Nello stesso scatto la politica ha alle sue spalle un drappo rosa che ricopre disordinatamente il pavimento sotto i suoi piedi. Questa foto, in particolare modo, è stata additata come poco consona alla carica di Harris. L’attivista Charlotte Clymer ha commentato con un tweet secco: “La foto in sé non è terribile, è solo molto lontana dagli standard di Vogue. Non si sono impegnati, come compiti terminati la mattina della consegna”. Il New York Post ha riportato che Harris avrebbe scelto personalmente gli abiti indossati affidandosi al suo team di stilisti, make up artist e parrucchieri.