Corneliani rinvia il concordato. Il consiglio di amministrazione dell’azienda, riunitosi il 6 gennaio, ha infatti deliberato un’ulteriore richiesta di proroga al Tribunale per il deposito del piano di concordato che scade il 15 gennaio: 90 giorni come chiesto dai lavoratori. A darne notizia sono state le Rsu marchio di moda maschile.
A raccogliere le dichiarazioni delle organizzazioni sindacali è stata la Gazzetta di Mantova: “Se non si iniziano a ridurre le variabili sul tavolo e sciogliere qualche nodo della vertenza – ha spiegato il segretario generale della Filctem Cgil Michele Orezzi – la situazione non farà grandi passi avanti. La richiesta di rinvio è stata fatta, discussa e approvata con un mese di ritardo e solo grazie alla straordinaria forza delle lavoratrici e dei lavoratori Corneliani. È però strategica: ora è fondamentale capire i dettagli della discussione della proprietà e continuare, senza perdere tempo, a far chiarezza su una situazione che così ingarbugliata e confusa non può più stare”. Come ha sottolineato il segretario generale di Femca Cisl Gianni Ardemagni, “la decisione degli azionisti, che comunque verificheremo nel dettaglio e da noi più volte sollecitata è un passaggio fondamentale per consentire a tutti i soggetti coinvolti, di lavorare anche nelle prossime settimane, per individuare e valutare nel dettaglio quale sarà l’offerta che tenga assieme le migliori condizioni per il rilancio dell’azienda, con la salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità”.
Stando a quanto riportato dalla stampa italiana, a oggi l’unica offerta di acquisto concreta sarebbe arrivata da un fondo, mentre nessuno degli investitori menzionati da Corneliani nella relazione depositata lo scorso novembre in tribunale, Berg Advisors, Pillarstone Italy e Giglio Group, avrebbe fatto un passo avanti. Alcune indiscrezioni darebbero Marco Boglione, presidente e fondatore di BasicNet, tra i pretendenti per l’acquisizione, ma non si hanno informazioni ulteriori. Il manager avrebbe fatto visita all’azienda il 5 gennaio, confrontandosi con Giorgio Brandazza, AD di Corneliani.