Non è mai troppo presto per diventare milionari. Grazie al web, e ai social network in particolare, l’età anagrafica degli imprenditori digitali di successo si è notevolmente abbassata. Il 2020 ha decretato l’esplosione di TikTok e con essa il dilagare di dozzine di tiktoker, spesso teenager, pronti ad appannare la popolarità degli instagrammer. La moda continua a corteggiare sia gli unici sia gli altri, ma dovrebbe spostare l’attenzione anche su YouTube, dove c’è chi fa sembrare Chiara Ferragni un fenomeno geriatrico. Per il terzo anno consecutivo il magazine Forbes ha decretato che Ryan Kaji è stato il content creator più pagato della piattaforma video arrivando alla notevole cifra di 29,5 milioni di dollari, 3 in più rispetto al 2019. Il dettaglio non trascurabile è che Kaji ha totalizzato 12,2 miliardi di views attraendo oltre 41 milioni di utenti a soli 9 anni.
Il canale del giovanissimo YouTuber texano è specializzato in esperimenti scientifici fai da te, racconti che vedono protagonisti i suoi familiari e dozzine di unboxing video (cioè, filmati focalizzati sul momento in cui un pacco viene aperto). Però, anziché ricevere profumi e abiti firmati, il piccolo Kaji scarta prevalentemente giocattoli. Proprio come un influencer con il triplo della sua età, Kaji nel 2018 ha anche lanciato un suo brand, Ryan’s World, realizzato in partnership con PocketWatch e Bonkers Toys. Decorazioni, maschere, walkie talkie, pupazzi e tutto il merchandising a marchio da Kaji viene venduto da Target e Walmart, oltre ad essere protagonista in migliaia di lettere a Babbo a Natale, ammesso che alcuni non scrivano direttamente a “Dear Ryan”.
Inaugurato nel 2015, in suo canale conta oggi oltre 27 milioni di abbonati ed è anche tradotto in spagnolo e giapponese. Sulla scia dei colleghi più maturi anche l’influencer in erba ha avuto i suoi guai sia con la Truth in Advertising sia con la Federal Trade Commission a causa di alcuni video sponsorizzati non specificati come tali. Circa il 90% delle recensioni realizzate da Kaji conterrebbero almeno un prodotto raccomandato a fronte di un pagamento. Spesso, oltre ai giochi, sarebbero stati promossi anche cibi poco salutari.
Insomma, anche per aggirare i codici comportamentali online, non è mai troppo presto.