“La nostra strategia sta funzionando e guardiamo con grande entusiasmo a quello che ci attende”. John Donahoe, il CEO di Nike, non ha dubbi rispetto all’efficacia della ‘cura digitale’ imposta al colosso dello sportswear, che nel secondo trimestre del suo esercizio fiscale (dati al 30 novembre scorso) ha battuto le aspettative di Wall Street. Nei tre mesi, i ricavi di Nike sono cresciuti del 9%, portandosi oltre gli 11 miliardi di dollari e dunque superando i 10,6 miliardi stimati dagli analisti. Nel periodo, l’utile di Nike è balzato del 12% a 1,3 miliardi di dollari. Altra notizia positiva è il -2% (il confronto è ovviamente con lo stesso periodo dell’esercizio fiscale precedente) segnato dalle giacenze del gigante di Beaverton, i cui inventari si attestano sui 6,1 miliardi.
Venerdì scorso, giorno della pubblicazione dei contri trimestrali, Nike ha sfiorato un rally del 6% in after market, dopo aver chiuso la seduta in ribasso del 2,29% al Nyse.
A spingere la performance trimestrale è stato un segno più “in tutte le aree geografiche, guidate dalla Cina Continentale, dove i ricavi hanno messo a segno un +24 per cento”.
Quanto alla ‘conversione digitale’, Nike ha spiegato agli analisti come le vendite e-commerce siano aumentate dell’84% nei tre mesi in oggetto, con le sneakers e l’abbigliamento da allenamento a farla da padroni. In generale, il business direct-to-consumer dell’azienda è aumentato del 32 per cento. Lo shift dei clienti verso lo shop online sembra un dato destinato a consolidarsi: anche in un trimestre in cui la maggior parte dei negozi fisici del gruppo risultava aperto, ha spiegato il management di Nike, il traffico sull’e-shop non ha fatto retromarcia verso gli standard pre-Covid.
“I risultati – spiega Bloomberg – hanno fornito nuove prove che Nike è in modalità di recupero dopo che il Covid-19 ha ribaltato le sue operazioni globali. Sebbene l’azienda abbia battuto le stime di Wall Street anche nei risultati diffusi a settembre, è solo nell’ultimo periodo che le vendite hanno ritrovato la traiettoria della crescita, dopo essere diminuite per gran parte del 2020″.
Per l’esercizio fiscale 2021 la società inquadra ora una crescita “low teens”, quindi entro il 15%, guidance che è stata rivista al rialzo rispetto alle stime di progressione “high single digits”, quindi entro il 10%, precedentemente diffuse.