Creare dei poli europei specializzati nel riciclo di tessuti. È questo l’obiettivo di ReHubs (European Textile Recycling Hubs), l’iniziativa lanciata dalla confederazione europea dell’abbigliamento e del tessile Euratex, che mira a sviluppare strutture dedicate in Belgio, Finlandia, Germania, Italia e Spagna, in vista dell’imminente obbligo di raccolta differenziata per gli indumenti.
Secondo la direttiva rifiuti del 2018, infatti, entro il 2025 gli Stati dovranno istituire sistemi di raccolta per questa tipologia di prodotti. Passaggio che implicherà un aumento della raccolta dei rifiuti tessili da 2,8 a 4,2-5,5 milioni di tonnellate. Sarà “una grande sfida ambientale ed economica – si legge nel rapporto dell’organizzazione – a meno che l’Europa non istituisca un sistema coordinato e su larga scala per la raccolta, lo smistamento e il riciclaggio di tutti i flussi di rifiuti tessili entro il 2024. In meno di quattro anni, i rifiuti tessili devono essere raccolti separatamente e, idealmente, essere trattati nell’Ue”.
“L’implementazione di ReHubs – aggiunge Euratex – permetterà di raggruppare gli sforzi e gli investimenti significativi in favore di un’industria tessile circolare di oltre 100 aziende di tutta l’Unione Europea, con l’aiuto di organizzazioni neutre sul piano tecnologico e commerciale. Una volta messi in campo, i ReHubs funzioneranno come centri di coordinamento europei e fornitori di servizi e soluzioni, gestendo diversi flussi di scarti tessili e le esigenze aziendali. Essi serviranno un mercato europeo transfrontaliero attraverso molteplici installazioni esistenti o di nuova costruzione”.
La pianificazione del lancio del progetto, per il quale al momento non è stata indicata una data, prevede l’affinamento delle specializzazioni dei diversi hub, il coordinamento e l’ampliamento del pool di stakeholder coinvolti e l’identificazione di adeguate risorse finanziarie necessarie a innescare un più ampio partenariato pubblico-privato.