Capri Holdings intravede la ripresa. Il gruppo americano cui fanno capo Michael Kors, Versace e Jimmy Choo ha chiuso il secondo trimestre dell’esercizio concluso il 26 settembre con una riduzione dei ricavi del 23% a 1,1 miliardi di dollari (circa 930 milioni di euro), in netto miglioramento rispetto al primo trimestre che era stato archiviato con 451 milioni di dollari (-66,5 per cento).
A trainare il business l’e-commerce, che ha segnato un incremento del 60% circa, e le vendite nella Cina continentale, mercato in cui tutte le maison hanno registrato un incremento del giro d’affari.
L’utile netto si è attestato a 122 milioni di dollari (0,81 dollari per azione) rispetto ai passati 73 milioni (0,47 dollari per azione). Su base adjusted, l’utile netto è stato di 137 milioni di dollari (0,90 dollari per azione), in discesa da 177 milioni (1,16 dollari per azione).
“Siamo soddisfatti di questi dati, sia il turnover, sia gli utili hanno superato le aspettative”, ha commentato John D. Idol, presidente e CEO del gruppo americano. “Questo dimostra la forza e la desiderabilità di Versace, Jimmy Choo e Michael Kors, i nostri luxury brand che attraverso la creatività e l’innovazione generano una connessione emotiva con il consumatore”. E a proposito di consumatori, Idol fa sapere che “ne stiamo attraendo di nuovi come evidenzia l’aumento a doppia cifra del nostro consumer database”.
Analizzando le performance dei singoli brand, il fatturato di Versace di 195 milioni di dollari è diminuito del 14,5% rispetto all’anno precedente. I ricavi di Jimmy Choo hanno toccato i 122 milioni di dollari, in contrazione del 2,4 per cento. Infine, il più colpito è stato Michael Kors, penalizzato da un -27,2% del giro d’affari, pari a 793 milioni di dollari.
La società non ha fornito stime sull’intero anno fiscale a causa di una perdurante incertezza, legata alla pandemia e alle sue conseguenze su vari fronti, dall’economia globale al turismo.