Per i nove mesi chiusi al 30 maggio, Fast Retailing ha registrato un utile netto di 90,6 miliardi di yen, pari a 752 milioni di euro. Un calo del 42,9% causato in gran parte dalle chiusure dei negozi durante il periodo di lockdown. Alla luce della pandemia in corso, la società ha anche rivisto al ribasso la sua guidance per l’anno fiscale che termina il 31 agosto.
Come si legge nella nota rilasciata ieri, l’utile operativo del gruppo giapponese per il periodo è sceso del 46,6% a 132,3 miliardi di yen rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Le vendite consolidate sono state pari a 1,54 trilioni di yen, in calo del 15,2 per cento.
Il business internazionale di Uniqlo, che fa capo a Fast Retailing, nei nove mesi ha subito un forte calo sia delle vendite sia dell’utile operativo. Le vendite sono diminuite del 17,9% a 673,5 miliardi di yen, mentre l’utile operativo del segmento è precipitato del 58,5% a 51,8 miliardi di yen. L’attività nel mercato interno, in Giappone, è andata solo leggermente meglio. Le vendite sono diminuite del 14,6%, per un totale di 598,8 miliardi di yen. L’utile operativo è diminuito del 18,1% a 79,1 miliardi di yen. Al culmine della pandemia, Uniqlo aveva temporaneamente chiuso 311 negozi su un totale di 813 in Giappone.
“Le entrate di Uniqlo Japan del terzo trimestre sono diminuite del 35,5% su base annua e l’utile operativo è crollato del 74%”, si legge nel comunicato. “Tuttavia, le vendite hanno iniziato a riprendersi da metà maggio con la riapertura dei negozi. Ciò ha prodotto un significativo recupero delle vendite per il mese di giugno, subito dopo la fine del periodo di riferimento. Le vendite online hanno continuato a godere di buona salute, con una crescita del 47,7% su base annua nei tre mesi chiusi al 31 maggio”. Tra aprile e giugno, Uniqlo ha aperto tre nuovi importanti negozi nell’area di Tokyo: Uniqlo Park nella città di Yokohama, seguito da Uniqlo Harajuku e Uniqlo Tokyo.