Profondità di messaggio, equity della marca, patriottismo. Sono diversi gli elementi riscoperti dal gruppo Fca – Fiat Chrysler Automobilies durante il lockdown. Come raccontato a Pambianconews da Cristiano Fiorio, chief marketing officer Emea di Fca, la pandemia e la conseguente chiusura forzata hanno contribuito a puntare i riflettori su molteplici elementi per quanto riguarda la comunicazione, i quali, con ogni probabilità, saranno destinati a rimanere protagonisti anche quando si ritornerà alla ‘normalità’.
In un periodo in cui le vendite di automobili erano congelate, infatti, si è riscoperta l’importanza dell’equity della marca. “Quando si è più focalizzati sulla vendita, c’è il rischio di dimenticare il valore del brand, che è il cardine del brand stesso”, ha spiegato il manager. “Bisognerebbe quindi imparare a bilanciare di più comunicazione commerciale e di brand, anche perché ci siamo resi conto di quanto ciò sia poi apprezzato dal pubblico”. Su questo filone, si colloca un altro importante ‘insegnamento’ che riguarda la “profondità di messaggio e la responsabilità sociale, di cui si parlava molto già prima della pandemia, ma che comunque veniva un po’ tralasciato” e che “si rifletterà molto sull’attenzione all’ambiente”. Proprio su queste tematiche, il gruppo aveva già puntato il mirino, con la presentazione, a inizio marzo, della nuova 500, la prima vettura di Fca nata full electric, per la quale è stata scelta come testimonial una star d’eccezione, ovvero Leonardo DiCaprio, da anni coinvolto attivamente nella difesa della Terra.
Un altro elemento, “che spero rimanga a lungo, è il patriottismo, che è molto forte in alcuni Paesi, ma qui da noi meno”. Nell’ultimo periodo, “abbiamo cercato di dare enfasi su quanto l’Italia sia importante in tutti i messaggi che abbiamo lanciato”. Infatti, “nonostante si sia aziende globali, bisogna anche riscoprire la forza del posto in cui viviamo”. In questo periodo, inoltre, si è enfatizzato molto anche il fattore “sicurezza”, un elemento che si riflette in tutti gli aspetti della vita quotidiana, automobile compresa. “Fino a prima della pandemia, si parlava soprattutto di prodotto e prezzo, ora bisogna parlare anche di sicurezza. E non quella che implicitamente le auto danno per scontato, cioè che preserva la vita delle persone. Ma la sicurezza della sanificazione delle auto e dei dealer. Questa è una dimensione che porteremo con noi per molto tempo”.
Per quanto concerne i canali di comunicazione, il lockdown ha reso semplicemente più evidente un trend in corso già da tempo. “È ovvio che il mondo digitale è più flessibile, ovvero permette un’entrata e un’uscita più rapida da contenuti pubblicitari rispetto alla tv. Ma il mondo del digitale sta crescendo da anni e la realtà è che nel prossimo futuro la comunicazione sarà solo digitale, e dipenderà semplicemente dallo screen che avremo davanti. E questo riguarderà anche le televisioni che, in molti Paesi, sono già connesse”.
Infine, per quanto riguarda il mondo degli eventi, si prospetta una “dimensione ibrida tra virtuale e reale”. Infatti, “l’esperienza esclusivamente virtuale non può sostituire completamente quella fisica, e nemmeno viceversa. L’unico futuro che io vedo possibile è che l’esperienza fisica resti e venga supportata da attività virtuali che permettono il reach e la flessibilità”, ha concluso Fiorio.