Il Gruppo Aldo ha annunciato in data 8 maggio di aver ottenuto la garanzia a proprio favore del procedimento chiamato Companies Creditor Arrangement Act (Ccaa). Si tratta di un procedimento che fornisce una linea guida alle società che vogliono ristrutturare la propria operatività mentre proseguono la normale attività all’insegna della stabilità. Inoltre, con l’avvio del Ccaa in Canada, Aldo Group ha volontariamente fatto richiesta per il Chapter 15 negli Stati Uniti e avvierà un procedimento similare in Svizzera.
L’azienda ha spiegato che il Covid-19 sta avendo un impatto principalmente sul business dei negozi diretti in Nord America (che rappresenta più del 50% dei ricavi) e ha creato una forte pressione sull’intera struttura della società. Le divisioni e-commerce, branded wholesale, private label e franchise continuano invece a essere forti e a crescere rapidamente. La sicurezza del Ccaa e Chapter 15 permetteranno al comparto dei negozi di proprietà di riorganizzarsi e assumere un più appropriato dimensionamento e al contempo di continuare a fornire e servire i franchisee partners senza soluzione di continuità.
Come ha dichiarato a Pambianconews Luca Ghidini, amministratore delegato di Gaia Srl, “c’era già un disegno, che avrebbe dovuto realizzarsi con un po’ più di tempo nei prossimi due anni, di razionalizzazione dei punti vendita sul mercato americano in virtù del fatto che la parte e-commerce stava fortemente crescendo e di conseguenza si stava registrando un deterioramento del livello di vendite nei negozi fisici. A fronte di quello che è successo e dell’impatto del virus, l’azienda ha deciso di fatto di dare un’accelerata al processo e quindi di avviare immediatamente tutto quello che serve per ristrutturare la rete di negozi diretti, tagliandone un buon numero. Ancora non si sa esattamente quanti, però sicuramente ci sarà una ristrutturazione consistente. L’azienda ha tenuto, però, a specificare che per quanto riguarda tutta la parte di business international, che è estremamente profittevole, nulla viene assolutamente toccato o compromesso”.
Aldo ha già predisposto consistenti risorse finanziarie per sostenere questo processo e sta controllando tutta la supply chain al fine di garantire stabilità ai flussi di prodotto in arrivo sui mercati. Nei confronti dei propri partners franchisee nel mondo, inoltre, il Gruppo ha reiterato il proprio impegno verso lo sviluppo del network e si è impegnato ad assicurare che il business dei propri partners non subirà alcun effetto da questa transizione.
Per quanto riguarda lo sviluppo del brand in Italia, nel mese di febbraio Aldo Group International e Gaia Srl, società totalmente controllata da Luca Ghidini e Simone Scalich, hanno rinnovato il contratto di licenza esclusiva per altri 6+5+5 anni. In virtù di questa prospettiva di continuità, nel corso dell’anno, oltre alla prosecuzione del percorso di sviluppo del brand attraverso l’apertura di nuovi punti vendita di rilevanza strategica, come Milano Corso Buenos Aires, Roma Laurentino, Verona a gestione diretta e in franchising in Sicilia, è in programma il lancio di due progetti in collaborazione con la casa madre.
Il primo riguarda l’ambito della green economy con l’estensione del contratto di licenza a Call It Spring, il marchio del Gruppo da sempre a vocazione vegana ed ecosostenibile, che propone “prodotti molto appetibili a un prezzo decisamente accessibile”, ha commentato Ghidini. Il progetto prevede lo sviluppo in Italia attraverso l’apertura di negozi monomarca e shop in shop in collaborazione con catene di negozi di calzature multimarca a partire dal prossimo ottobre. In questo direzione rientra l’adesione al ‘Fashion Pact’ affidato a François-Henri Pinault, presidente e CEO di Kering.
Il secondo progetto riguarda l’allargamento distributivo al canale wholesale. È infatti parte della strategia di Gaia quella di proporre l’apertura di shop in shop all’interno di punti vendita multimarca con la formula del contratto estimatorio al fine di venire incontro al sempre più pressante problema della gestione delle rimanenze e della conseguente immobilizzazione di capitale dei negozi al dettaglio indipendenti che rappresentano ancora la colonna dorsale della distribuzione in Italia. Nell’ambito di questa strategia, “si tratterà di andare a brandizzare parte dei negozi wholesale, con una proporzione che verrà decisa insieme ai clienti, offrendo loro una marginalità garantita sulle vendite dei nostri prodotti, con il pagamento della merce che avverrà solo sul venduto. Abbiamo già cominciato attraverso alcuni promotori a proporre il progetto ai vari dettaglianti e stiamo riscontrando un altissimo interesse in tutta Italia. Con la partenza della stagione autunno/inverno 2020 contiamo di iniziare a concretizzarlo aprendo spazi su tutto il territorio”, ha concluso Ghidini.