La chiusura forzata dei negozi a causa della pandemia di Covid-19 triplicherà l’invenduto, il quale, per il settore della moda e del lusso, raggiungerà un valore pari al 150% delle vendite retail attese. È questo uno dei dati più allarmanti che emerge dall’ultimo report di McKinsey&Company ‘Covid-19 response in apparel, fashion & luxury’ aggiornato lo scorso 29 aprile. A tale accumulo, potrebbe quindi seguire una fase di sconti, così da smaltire quanto rimasto in magazzino e generare un nuovo flusso di entrate. Una tappa, quella del discount, non ancora avviata a livello generale, ma che è già stata sperimentata, negli scorsi giorni, dal colosso cinese Tmall che ha infatti colto l’occasione per lanciare il suo primo outlet, Luxury Soho.
Ciò che seguirà a questa fase di chiusura serrata è ancora tutto da stabilire, in quanto le disposizioni prese dai Governi dei vari Paesi sono ancora in divenire e l’incertezza è ancora tanta. Secondo la maggior parte CEO intervistati, per quanto riguarda i settori dell’apparel, dei department store e del beauty, il ritorno alla normalità sarà graduale, e per assistere a una ripresa del traffico all’interno dei negozi ci vorranno da un minimo di 2 fino a 12 mesi. In questo contesto, pertanto, le vendite tramite il canale e-commerce continueranno a dare linfa vitale al business, raggiungendo livelli ben più alti rispetto al periodo pre pandemia.
Ma come verrà gestita (quando arriverà) la fase di riapertura? In linea generale, ci si aspetta di riprendere le attività con in media il 26% dei lavoratori in meno, in quanto le ore di apertura saranno ridotte (ad affermarlo sono il 63% dei CEO dell’apparel, il 94% di quelli dei department store e il 50% di quelli del beauty).