Cartellino giallo per Zoe Sugg. L’influencer da 9,4 milioni di follower Instagram e 4,8 milioni di sottoscrizioni YouTube è stata ripresa dall’Advertising Standards Authority (Asa), ente inglese che supervisiona la trasparenza nella comunicazione pubblicitaria. L’episodio ricorda quanto già avvenuto oltreoceano dove la Federal Trade Commission ha più volte segnalato e multato numerose star del web.
L’Asa ha richiamato Sugg per aver pubblicato una Instagram Stories senza esplicitare chiaramente il legame pubblicitario con l’e-tailer Asos. Nell’immagine, la ragazza invita i follower a fare swipe up per acquistare un abito identico al suo, limitandosi a inserire in basso a destra, parzialmente coperto dall’icona d’invio per direct message, il termine ‘*affiliate’.
L’Asa ritiene che il termine non fosse sufficientemente visibile, quasi nascosto, aggiungendo che in futuro occorrerà utilizzare un “chiaro ed evidente identificativo come ‘#ad'”.
Sia Sugg che Asos hanno provato a giustificarsi ricordando alcuni studi che ritengono il consumatore in grado di riconoscere da solo quando un messaggio contiene o meno un contenuto pubblicitario. L’Asa non ha voluto sentire ragioni: “Riteniamo che il termine ‘affiliate’ non sia sufficientemente chiaro in sé per assicurare che gli utenti identifichino chiaramente un messaggio pubblicitario”. Per il momento l’ente si è limitato a richiamare l’influencer, ma in futuro potrebbe scattare il cartellino rosso.