“Grazie all’impegno di tutti e alla forza dei suoi brand, il gruppo Lvmh mantiene una buona resistenza di fronte a questa sfida mondiale. Per diverse settimane, i nostri team hanno dimostrato ancora una volta che eccellenza, creatività e la capacità di risposta ci consentiranno non solo di superare questa crisi, ma soprattutto di uscirne ancora più forti”. A parlare è Bernard Arnault, numero uno del colosso parigino del lusso, che ieri ha pubblicato i risultati del primo trimestre 2020. In linea con le attese, Lvmh ha registrato ricavi per 10,6 miliardi di euro, in calo del 15% (-17% a livello organico).
Tra le diverse linee di business, in un quarter segnato dallo stop al retail e al turismo in quasi tutto il mondo, la divisione fashion e leather goods ha riportato un calo del 9% a 4,6 miliardi di euro. Di contro, si legge nella nota di Lvmh, le vendite online hanno evidenziato “una rapida crescita”, trainate dalla creatività delle collezioni di abbigliamento e accessori di Dior e Louis Vuitton. In sostanziale tenuta la risposta delle altre maison. “I siti produttivi delle griffe del gruppo – continua il comunicato – si stanno preparando riaprire nel massimo rispetto delle condizioni di sicurezza per i dipendenti, dopo la sospensione dell’attività scattata a metà marzo”.
Segno meno anche per i comparti wines & spirits (-13%), profumi e cosmetici (-18%), orologi e gioielli (-24%) e selective retailing (-25 per cento).
A fronte dell’incertezza del panorama globale, la strategia del gigante francese si concentrerà sulla “conservazione del valore dei suoi marchi”, basata sull’eccezionale qualità dei suoi prodotti, e sulla capacità di risposta dei suoi team. “Nella situazione attuale – conlcude la nota di Lvmh -, il gruppo rafforzerà ulteriormente la sua politica di controllo dei costi e sarà selettivo nei suoi investimenti”. La chiusura di negozi e siti produttivi avrà ovviamente un impatto sui risultati annuali, ma questo non può essere ancora valutato o quantificato con precisione. Il board of directors di Lvmh ha dunque optato per una riduzione del 30% del dividendo annunciato il 28 gennaio scorso, che scende quindi a 4,80 euro per share.
Bernard Arnault, in qualità di chairman e CEO di Lvmh, e gli altri membri del consiglio direttivo del gruppo hanno deciso di rinunciare alla loro remunerazione per i mesi di aprile e maggio 2020.