“Data la nostra forte posizione di mercato in Cina, registriamo ovviamente il forte impatto negativo della chiusura temporanea di centinaia di store. Minori sono invece i problemi nella catena di approvvigionamento perchè Swatch Group produce per la gran parte in modo autonomo in Svizzera”. A parlare è Nick Hayek, chief executive officer del colosso dell’orologeria, che in un’intervista al quotidiano svizzero SonntagsZeitung è entrato nel merito dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19, dell’andamento del settore orologi e della concorrenza di smartwatch e di tecnologie wearable.
“Siamo un gruppo solido, senza debiti e, sul breve termine, non impattato dal virus a livello di mercato azionario”, ha continuato il manager, convinto che la situazione migliorerà presto. Hayek non ha inoltre mostrato preoccupazioni rispetto al successo di vendite di Apple Watch. “Non vedo una crisi per l’industria orologiera svizzera”, ha concluso il numero uno di Swatch Group, precisando che “dal 2010 il segmento medio e alto di Swatch Group, con i suoi sette marchi, da Tissot a Longines, è cresciuto di oltre il 36% per oltre sei milioni di pezzi venduti”.
Swatch Group ha chiuso l’esercizio 2019 con un fatturato netto in calo del 2,7% a 8,243 miliardi di franchi (circa 7,7 miliardi euro). L’utile netto si è attestato a 748 milioni di franchi, in calo del 13,7 per cento. “Escludendo Hong Kong – si legge nella nota del gruppo di Bienne -, il fatturato del gruppo nel secondo semestre del 2019 è salito del 5% a tassi di cambio costanti e il risultato operativo del 6% (nel segmento Orologi & Gioielli, escluso il settore Produzione, addirittura di oltre 20 per cento)”.