Secondo le stime di Allied Market Research, il giro d’affari mondiale della moda in affitto online raggiungerà quota 1,9 miliardi di dollari nel 2023. Ma senza il concorso di Armarium. In controtendenza rispetto all’affermazione del fashion renting, la piattaforma di noleggio di ready-to-wear firmato sta infatti chiudendo i battenti. Deadline prevista il 7 marzo, quando cesseranno le operazioni.
Fondata nel 2016 da Trisha Gregory e Alexandra Lind Rose, la società con sede a New York, secondo quanto riportato da Business of Fashion, aveva raccolto 5 milioni di dollari da investitori tra cui C Ventures, il fondo di investimento del tycoon cinese Adrian Cheng, Carmen Busquets, Tommy Hilfiger e il direttore del marchio Farfetch Holli Rogers.
Rispetto a Rent the Runway, in prima linea nel sempre più affollato mercato della moda a noleggio, con affitti per lo più di gran lunga al di sotto dei 300 dollari, l’azienda americana aveva adottato un altro approccio. Offriva senza l’onere dell’acquisto esclusivi look da passerella di designer come Christopher Kane, Rick Owens e Maison Margiela, con tariffe comprese tra i 200 e gli 800 dollari. Un network di boutique e negozi con cui aveva stretto una partnership, tra cui Le Bon Marché, Browns e The Webster, dava inoltre man forte alla sua attività, permettendole di ampliare il proprio bacino d’utenza e, talvolta, di affittare l’inventario. Infine, un team di stilisti aiutava i clienti a trovare gli articoli più adatti alle loro esigenze e a completare gli outfit con accessori in vendita presso partner al dettaglio.